Quando l’Arena è in mondovisione Una festa collettiva per festeggiare “La Grande Opera Italiana” patrimonio immateriale dell'Umanità.

“È un orgoglio vedere questo riconoscimento assegnato all’opera lirica italiana”, riferisce Riccardo Muti in una coinvolgente narrazione dell’evento sulla Grande Opera Italiana, patrimonio immateriale dell’umanità, trasmesso in diretta mondovisione venerdì 7 giugno, dall’Arena di Verona.

La serata ha attirato i riflettori del mondo sulla città rivelandosi, spiega la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “una grande possibilità di raccontare il nostro passato e costruire il nostro futuro”.

Nel corso dell’iniziativa si sono proposte le più note arie della lirica alla presenza di alte cariche dello Stato (il Presidente della Repubblica, la Premier, i Presidenti di Camera e Senato, il Governatore del Veneto), istituzioni culturali, ambasciate, delegazioni Unesco ed esponenti dell’arte, dello sport e dell’imprenditoria.

L’Arena in mondovisione

La rappresentazione ha anche segnato un momento di svolta per il brand “Fondazione Arena di Verona” ora considerato, a tutti gli effetti, un’eccellenza culturale ed economica del
made in Italy.

La manifestazione (promossa dal Ministero della Cultura in collaborazione con Fondazione Arena e realizzata grazie alla partecipazione di Accademia Santa Cecilia, Anfols, Teatro alla Scala e Siae) si è sviluppata come un avvincente viaggio sonoro e visivo (sul palco, tra il pubblico e dietro le quinte) condotto dal divulgatore Alberto Angela, dall’attrice Cristiana Capotondi e dall’attore Luca Zingaretti.

La serata, dopo gli inni di Mameli e d’Europa, ha visto una prima conduzione di brani, per orchestra e coro, del maestro Muti, ambasciatore dell’eccellenza italiana (con sinfonie di Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Mascagni, Leoncavallo e Giordano), seguita da un’antologia di celebri brani diretti dal giovane maestro Francesco Ivan Ciampa (interpretati da artisti di fama internazionale) e dall’esibizione di danza eseguita da Roberto Bolle e da Nicoletta Manni.

Il palco dell’Arena (luogo simbolico di arte, musica e tradizione) ha ospitato un’orchestra di 160 elementi e un coro di 300 persone provenienti dalle principali fondazioni lirico-sinfoniche italiane in un insieme di ruoli ed esperienze definito dal direttore Muti “sinonimo di Società, perché ogni elemento interpreta parti diverse ma tutte devono concorrere al bene comune”.

Per l’occasione Fondazione Arena ha ideato un originale impianto scenografico nel quale il coro è stato allestito al posto dell’orchestra creando un inconsueto spazio visivo per le performance di ballo. Le immagini dell’Arena, alternate a collegamenti esterni dalla Casa di Giulietta e dal ponte di Castelvecchio, hanno mostrato la bellezza della città e fatto intuire i molti talenti riuniti intorno alle manifestazioni areniane in “un’emozione senza fine, una vertigine e una magia”, racconta la direttrice di Rai Cultura, Silvia Calandrelli.

Il commento

“L’Opera è un importante strumento di presidio e diffusione della nostra lingua”, aggiunge il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, oltre a rappresentare “un’eccezionale macchina di spettacolo” che coinvolge, stimola la creatività, genera un binomio indissolubile tra i protagonisti della scena e il pubblico.

Da oltre cento anni l’immersione nelle narrazioni multisensoriali della lirica areniana consente di cogliere inediti sguardi e aiuta la comprensione di differenti storie personali.

Nel caso di questo evento speciale, anche grazie alla diretta in mondovisione, la suggestione dei suoni, delle forme e delle luci si è trasferita ovunque facendo “brillare la nostra città a livello planetario”.