La manifestazione di protesta del 31 Dicembre 1968, che si tenne davanti alla Bussola, prestigioso locale notturno di Marina di Pietrasanta (Lucca), si ispirò a quella della Scala e fu organizzata dai militanti de Il Potere Operaio e dal Movimento studentesco di Pisa. Nei giorni precedenti diffusero dei volantini in cui si criticava lo sfrenato consumismo, diventato un rito, della festa di Capodanno. Su un volantino c’era scritto: “Buone feste, ripetono i padroni, spendete la vostra tredicesima, comprate le vostre merci natalizie, regalatevele l’un l’altro: è necessario che i nostri negozi vendano, che i nostri prodotti siano consumati. Ebbene, compagni, festeggiamoli questi nostri padroni, andiamo tutti alla Bussola, alla Capannina, da Oliviero, a vederli sfilare col vestito nuovo da mezzo milione, a consumare una cena da 50 mila lire, annaffiata da 50 mila lire di champagne. Ai grassi padroni ed alle loro donne impellicciate vogliamo quest’anno porgere personalmente i nostri auguri. Sarà solo un piccolo simbolico omaggio ortofrutticolo, per prepararli a un 1969 denso di ben altre emozioni.” Nella notte arrivarono alcune centinaia di studenti riforniti di ortaggi e pomodori e trovarono una cinquantina di carabinieri a presidiare il locale. All’inizio le forze dell’ordine apparvero tolleranti e dopo qualche episodio marginale effettuarono la prima carica, a cui seguì la seconda, violentissima, e i manifestanti reagirono alzando barricate con i pattini presi dalla spiaggia. Nello scontro furono sparati alcuni colpi di pistola e un ragazzo di 16 anni, Soriano Ceccanti,che era amdato nel locale per trascorrere una serata tranquilla, fu raggiunto da un proiettile alla schiena, rimanendo paralizzato. Ceccanti, negli anni seguenti, divenne un acampione di scherma partecipando a quattro paralimpiadi. Il corteo dei dimostranti fu ben presto disperso e non si è mai accertato chi fu a sparare. Nell’analisi politica, condotta poi da Il Potere Operaio si osservò che “si è sparato e colpito, ma non si è potuto dire: “Sì, noi carabinieri, noi poliziotti della strada, siamo stati costretti a sparare dinanzi a una folla inferocita”. Al contrario, si è dichiarato e fatto dichiarare dal ministro Restivo che non si è sparato; si è assunto un atteggiamento tale che i testimoni oculari si sono sentiti intimiditi (a Viareggio, nei bar, si dice che la polizia ha sparato ma non ci si presenta a testimoniare davanti ai giudici); sono state arrestate cinquantacinque persone. La montatura reazionaria c’è stata ma priva dell’elemento forse più importante: la possibilità di dire che le “forze dell’ordine” hanno sparato per uno stato di necessità.”
Romeo Ferrari