Vinitaly Design International Packaging Competition, recentemente organizzato a Verona, ha visto un grande successo di partecipazione con oltre trecento presenze italiane e estere. Scopo del concorso, suddiviso in undici categorie e giunto quest’anno all’edizione numero 27, è assegnare l’etichetta d’oro, d’argento e di bronzo ai migliori contenitori (tecnicamente packaging) di vini, distillati, liquori, birre e oli extra vergine d’oliva. La commissione giudicatrice, presieduta da Paco Adin, direttore creativo di Supperstudio, agenzia di branding con sede a Madrid, composta da Alessandra Corsi, Luca Fois, Papi Frigerio e Chiara Tomasi, ha valutato disegno e creatività di bottiglie, etichette, chiusure, capsule, collarini, sigilli e pendagli. Oltre alle categorie in gara si sono rilasciati alcuni premi speciali come “Etichetta dell’anno” al rosso veronese “Fresco di Masi” di Masi Agricola, “Immagine coordinata” alla cooperativa Ama Terra di Ascoli Piceno e “Ambiente e sostenibilità” alla Cantina Goccia di Perugia. Interessante il riconoscimento “Packaging Box” attribuito al Birrificio Ventitré di Avellino per le caratteristiche dell’imballaggio, i materiali di costruzione e le modalità con le quali il progetto identifica chi lo produce. Debutta invece nel 2023 il premio “Tecnologia e innovazione” consegnato a Citra Vini, comunità di famiglie vignaiole abruzzesi raggruppate in nove cantine. Dominatore del contest, con sette lavori selezionati, è Mario di Paolo, già “Designer dell’anno 2021” ai “Pentawards”, il più prestigioso concorso al mondo nel settore del packaging. In un mercato sempre più competitivo, la forma esteriore finisce col diventare una “soglia” fondamentale per attirare la curiosità del potenziale pubblico, coniugare modernità con tradizione e svelare le differenze delle singole proposte. L’attenzione agli aspetti legati al visual spinge chi produce a ideare involucri funzionali, originali, belli e capaci di trasmettere una storia. Design, tecniche di stampa, funzionalità e posizionamento sul mercato hanno guidato la giuria e permesso di individuare le migliori etichette 2023. “Rispetto all’edizione precedente è emerso che le aziende, attraverso le etichette, riescono a narrare dei contenuti che parlano della marca” precisa Papi Frigerio. Oggi la creatività legata ai contenitori riveste un ruolo fondamentale nelle tecniche di marketing e sfrutta quello che tecnicamente chiamiamo storytelling packaging design. L’arte di raccontare sfruttando gli imballaggi è una potente strategia di vendita che, creando un legame fisico con le persone e comunicando loro esperienze e valori, aiuta l’immedesimazione in una storia. La testimonianza del marchio (con immagini, segni, forme, testi e colori) identifica un momento di vita o una tradizione e fa parlare direttamente il prodotto svelandone provenienza, materie prime e persone coinvolte. Tutto dovrebbe indicarci il “tono di voce” che il brand decide di utilizzare e anche per questo diventano importanti i materiali scelti, le finiture adottate, i caratteri tipografici usati per esprimere il messaggio. In genere le parti più in vista di scatole e etichette mostrano il marchio aziendale accompagnato da elementi visivi accattivanti, capaci di catturare l’attenzione. Invece, i retri delle confezioni sono dedicati alle informazioni a supporto del visual con le quali approfondire la narrazione e offrire esperienze aggiuntive. Raccontare attraverso il packaging piace al pubblico, fa scaturire ricordi che spesso vanno direttamente al cuore, suggerisce cosa e chi c’è dietro una precisa storia. È proprio grazie al “contenitore”, mediatore tra marchio e cliente, che è possibile svelare i “contenuti”, stimolare la curiosità di consumatrici e consumatori, coinvolgere ed emozionare.
Chiara Antonioli