Erano i favolosi anni ‘80. Il Chievo sognava al Bottagisio, battendosi con Carpi e Suzzara, Contarina e Sommacampagna.
I sogni veri dovevano ancora cominciare, anche se in panchina stava un certo Nicola Ciccolo, che ci credeva già e vedeva, all’orizzonte, stadi e ambizioni molto più grandi.
Ancora non era arrivato don Saverio e Gigi Campedelli osservava da tifoso. Di lì a poco, sarebbero entrati come sapevano fare loro e le cose sarebbero cambiate presto. “Faremo il derby col Verona” disse Garonzi, appena entrato, spalleggiato dal fidatissimo Fiumi. Pareva una sparata delle sue, poi sapete com’è andata a finire.
Questo nella foto, è un Chievo di grande qualità, con gente come Vanoni, Nosè e Galli a tessere il gioco in mezzo al campo. Capitan Fasoli a dirigere il gioco da “libero”, una difesa arcigna, come piaceva don Nicola. Tra i pali l’esperto Castellini, in attacco il centravanti Bertagna.
Una stagione dove i sogni vengono rimandati, ma dove si comincia a pensare che la serie D non può essere il terminal del percorso. E dopo qualche tempo, appunto, irromperà al Bottagisio il ciclone Garonzi…