Ci mancava, lo scontro tra virologi, ma era ampiamente previsto. Il botta e risposta Burioni&Tarro non è stato esaltante, ma era da mettere in conto. E l’ennesima dimostrazione di come i media possano talvolta diventare strumenti negativi. Uno “scontro” senza vincitori, nè vinti, anche se, istintivamente, viene facile stare dalla parte di Tarro. Vuoi per questioni anagrafiche, vuoi perchè in giro s’è visto pochissimo, vuoi perchè quando è stato chiamato in causa s’è sempre espresso con moderazione.
Burioni è, invece, il perfetto prodotto dell’era social che viviamo. Lo trovi dappertutto (da Fazio, soprattutto), abbronzato il giusto, di sicuro anche competente, ma forse già troppo “divo” per i gusti di Tarro che appartiene invece alla generazione precedente. Quella, dove l’apparire contava zero, contava soltanto essere.
“Se lui è stato in lotta per il Nobel, io posso andare a miss Italia”, ha detto Burioni. Frase decisamente “forte”, sicuramente inopportuna. Anche perchè Burioni a febbraio, col coronavirus alle porte, se ne uscì con una frase (“…l’Italia rischia zero”) che di sicuro non vorrebbe mai aver pronunciato. Se l’Italia rischia zero, lui è davvero miss Italia…