Riprendendo il discorso affrontato nel precedente articolo, mi domandavo se vi foste mai interrogati sul tipo di capo che avete o sul tipo di capo che pensate di essere. Ad esempio nel caso di un manager che si trova a gestire persone, è meglio che sia un buon capo o un leader? Un capo nel senso più arcaico del termine, è colui che “gestisce”, rispondendo alle necessità gestionali e operative di qualsivoglia impresa. Il leader, come abbiamo visto, è invece una persona molto carismatica caratterizzata da una personalità forte al punto tale da riuscire a coinvolgere e motivare un gruppo di persone facendole sentire unite nel raggiungimento di un obiettivo comune. Se da un lato le capacità manageriali si possono studiare e quindi imparare, dall’altro abbiamo già visto che quando si dice che “leader si nasce”, non ci si discosta troppo dalla realtà. In letteratura sono state riconosciute diverse tipologie di leadership, tra cui quella del visionario, che vuole un leader che condivida con le sue risorse i valori dell’azienda; c’è poi il leader sociale, che ha l’obiettivo di armonizzare la relazione tra i diversi membri del team. Il leader battistrada è invece focalizzato sull’obiettivo, con il rischio di risultare poco empatico per l’eccessiva determinazione; il leader autoritario, come si può evincere dalla parola stessa, tende invece a imporsi sugli altri portando le sue risorse a svolgere il compito assegnato senza che queste ci mettano reale impegno e passione. Infine gli ultimi due, il leader coach che combina la mission aziendale ai bisogni di ciascuno, e il leader democratico che vuole ridurre al minimo le gerarchie con l’intento di esaltare i contributi di tutti tramite un ascolto attivo. Alla luce di quanto detto, che tipo di capo pensate di essere o di avere?