Quale futuro per Ca’ del Bue? Ci sono infatti due novità che riguardano l’impianto e che sono emerse in questi giorni.
In primo luogo, come fa notare Michele Bertucco, si chiude forse, definitivamente la vicenda dell’impianto di incenerimento in quanto con sentenza del TAR Veneto del 22 aprile è stato dichiarato estinto il ricorso presentato dalla società Urbaser S.A. nel 2015 che, allora, chiedeva “… di concludere il procedimento di approvazione del progetto preliminare presentato dalla costituenda ATI Urbaser S.A./Edilbasso S.p.A., in veste di promotore nell’ambito della procedura di finanza di progetto indetta da AGSM Verona S.p.A. per la progettazione, costruzione e gestione della nuova sezione di incenerimento del complesso impiantistico di Cà del Bue …”. Pochi giorni prima, invece, il 19 aprile scorso è stata pubblicato il Decreto Regionale che concede la deroga al 2026 della realizzazione del progetto di“Revamping e valorizzazione delle sezioni di trattamento meccanico biologico del complesso impiantistico di Ca’ del Bue-Verona presentato dall’ A.G.S.M.
Si tratta di un bando di 34 milioni di euro, di cui 19 per la prima linea e 15 per la seconda in autorizzazione. Il Comune di Verona ha già rilasciato anche l’autorizzazione edilizia con il relativo permesso a costruire. “Dopo 7 anni- conclude Bertucco- però, Agsm non ha ancora chiarito quale sarà il destino dei vecchi forni’’.
Sul punto interviene anche Traguardi secondo il quale, dopo lo stop al termovalorizzatore serve dare impulso ad un impianto obsoleto e poco efficiente. ll biometano a Ca’ del Bue, sostiene il consigliere comunale Tommaso Ferrari, è sicuramente un primo passo positivo: per Verona, per l’ambiente e per Agsm Aim. “La gestione dei rifiuti e il recupero delle materie sono asset che richiedono investimenti, strategia industriale e visione, tutto il contrario -conclude- di quanto hanno dimostrato di avere le Amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 15 anni, gestendo la questione di Ca’ del Bue in maniera disastrosa’’.