Paola Marini, l’intoccabile raccomandatissima di Paolo Biasi ed ex direttrice del Museo di Castelvecchio, si è svegliata dal suo sogno fiabesco. Maggiore responsabile per leggerezze e distrazioni del furto dei dipinti, nel corso di questi mesi ha avuto vari atteggiamenti. All’inizio fu attonita e sorpresa. A seguire preoccupazione e angoscia. Poi tristezza, pianti e disperazione (nel frattempo è stata promossa a migliore incarico in quel di Venezia). Seguì l’intraprendenza, con tanto di visita con Codazzo in Ucraina per visionare le opere. Ora è arrivata l’alba del chicchirichì e la povera Marini esce sui giornali con una nuova immagine. Quella di direttrice arrabbiata e battagliera. I quadri, sostiene la dottoressa, non si sa più dove veramente siano e che fine abbiano fatto. Finalmente quella che doveva essere la responsabile del controllo e della sicurezza dei celebri dipinti, si è resa conto della gravità della situazione. Entro novembre, (mancano 10 giorni) tra un po’ si parte con il conto alla rovescia, i quadri dovrebbero tornare. Se così non fosse, sarebbe furto di Stato con duplice complicazione. Diventerebbe un caso internazionale e il sindaco che ha dato la città onoraria ad un presidente assai discutibile, vedrebbe cadere di non poco il suo appeal nei confronti dei veronesi.