Punta San Vigilio, il luogo più iconico del lago di Garda, immortalato in tutto il mondo da fotografi e poeti, buen retiro di teste coronate e miliardari vari, luogo del cuore per milioni di amanti del lago e soprattutto per chi da sempre vive e lavora a Garda e mantiene vive le tradizioni con processioni e feste che si tramandano da sempre per avere il favore degli dei nella pesca, una volta principale fonte di sussistenza.
Ma Punta San Vigilio, con il suo fascino esclusivo è anche dimora contesa da quando i conti Guarienti, proprietari di una parte del luogo con fascinose dimore che videro ospiti anche i reali d’Inghilterra, hanno contestato i lavori di ristrutturazione in corso nella proprietà confinante che appartiene a Giovanni rana, il re della pasta fresca e dei tortellini.
Lavori di manutenzione e ristrutturazione che porteranno alla creazione di sei esclusive suite, di un ristorante e di un pontile privato. la Cronaca di Verona si è già occupata di questa disputa, ma ora arriva un esposto alla Magistratura dell’associazione ambientalista Veronapolis coordinata da Giorgio Massignan al quale replica il sindaco di Garda Davide Bendinelli.
“A Punta San Vigilio non è stato concesso un metro cubo in più rispetto a prima”, precisa subito il sindaco di Garda, “e la destinazione urbanistica del luogo non è mai cambiata dal 1975 a oggi. Noi siamo sempre stati trasparenti, corretti e i nostri atti sono legittimi come riconosciuto dal Tar al quale si erano rivolti con un ricorso i conti Guarienti”.
E l’esposto vi preoccupa?
“No, siamo tranquilli, -risponde Bendinelli – è un esposto che arriva fuori tempo massimo. Il restauro in atto è conservativo, gli scavi sono serviti per fare i sottoservizi e locali tecnici e provvedere allo smaltimento delle acque nere per preservare il territorio così fragile, visto che il trattamento delle acque nere era abbastanza superficiale da sempre. Inoltre, anche le piante rimosse temporaneamente per i lavori sono state tutte ripristinate, conservando il paesaggio come prima”.
“Pontile, scavi, cubature: che succede?”
Ma il fatto che Punta San Vigilio sia zona sottoposta a speciale e rinforzata tutela paesaggistica e ambientale per la sua straordinaria storia e bellezza ha portato l’associazione Veronapolis a presentare un esposto in procura.
E da quanto risulta alla Cronaca di Verona la magistratura avrebbe già iniziato, forse anche prima di questo esposto, ad approfondire la vicenda inviando i militari della polizia giudiziaria in municipio a Garda per acquisire documentazione.
Ma prima di passare al dettaglio dei motivi dell’esposto, va ricordato che la proprietà dei Guarienti è stata da tempo frazionata tra gli eredi: nel 2006, alla morte di Guglielmo Guarienti di Brenzone la proprietà di San Vigilio è passata ai tre figli Guariente, Agostino ed Emanuela. Quest’ultima ha venduto i terreni della sua parte a Giovanni Rana.
“Ma, purtroppo, sul frazionamento tra gli eredi e la successiva vendita di una parte, ora soggetta alle trasformazioni, non è possibile intervenire”, osserva Massignan.
Perché l’esposto allora?
“Il direttivo dell’Osservatorio Territoriale Veronapolis, assieme a coloro che hanno firmato l’esposto, ha creduto opportuno rivolgersi alla Magistratura per ricevere informazioni chiare e definitive sui lavori effettuati e in fase di realizzazione in una zona fragile e pregiata come quella di punta San Vigilio. Crediamo sia necessario sottoporre ad un controllo da parte della Magistratura alcuni interventi concessi e realizzati, quali l’approvazione di un pontile di 28 metri per le imbarcazioni dei clienti del futuro ristorante stellato, gli scavi per i sottoservizi interrati di circa 200 mq cadauno, la sorte degli ulivi ultradecennali espiantati e portati in qualche vivaio e la conformità delle autorizzazioni date dalla Soprintendenza e dalla Amministrazione comunale con i lavori eseguiti”.
“Inoltre, sarebbe opportuno valutare i motivi di queste concessioni, anche rapportandoli con altre autorizzazioni e/o dinieghi dati dalle autorità in ambiti territoriali dello stesso comune”.
Massignan evoca timori che il sindaco Bendinelli continua ad escludere: “Sui lavori in essere, ci chiediamo a cosa servano i vari prefabbricati collocati nel parco, se verranno tolti o diverranno bungalow, o altro. Non ci sorprenderebbe un eventuale e successivo aumento di cubature, anche se prefabbricate, per ospitare un numero maggiore di turisti”.
Il sindaco ha confermato però che non ci sarà un metro cubo in più e non cambierà la destinazione urbanistica per cui San Vigilio tornerà come prima, anzi meglio perché dotata di sottoservizi.
“L’esposto? Bastava un accesso agli atti”
“In ogni caso”, prosegue il coordinatore di Veronapolis, “il prezioso contesto di Punta San Vigilio, dopo i lavori, non sarà più lo stesso, le caratteristiche ambientali e paesaggistiche dei luoghi saranno modificate e tutto si trasformerà in strutture destinate al consumo turistico per classi ricche e privilegiate. Da notare che il complesso di punta San Vigilio è sottoposto ai vincoli architettonici, ambientali e paesaggistici. Inoltre, il parco di villa Guarienti di Brenzone è situato nella zona costiera del Comune di Garda, con vincolo ambientale e paesaggistico, oltre che archeologico per le incisioni rupestri su liscioni affioranti”.
Nell’esposto, si chiede quindi che venga fatta un’attenta attività di indagine, per comprendere se i lavori volti alla “riqualificazione” di Punta San Vigilio siano eseguiti in conformità alle norme di legge. “A tale proposito, vorremmo sapere se siano state effettuate, dagli enti preposti, tutte le valutazioni che la tutela di un simile luogo impone e se i provvedimenti urbanistico-amministrativi adottati siano corretti e legittimi. Chiediamo poi di valutare se, in un simile luogo che può essere qualificato come zona SIC, ossia un’area strategica per la tutela di habitat di importanza europea, siano state adottate tutte le doverose cautele e sia stato corretto l’esercizio della discrezionalità della Pubblica Amministrazione Procedente. Non va, infatti, scordato che San Vigilio, oltre che luogo suggestivo di straordinaria storia e bellezza possa essere anche considerato un habitat naturale e semi-naturale che rischia, in presenza di interventi fortemente impattanti e/o inquinanti, di scomparire. Vorremmo anche conoscere se la Pubblica Amministrazione procedente nella concessione delle autorizzazioni abbia effettuato, ritenendola necessaria, una valutazione di incidenza ambientale la “VINCA”. A tale valutazione si dovrebbe, infatti, ricorrere ogniqualvolta siano da autorizzare progetti che ricadono in aree naturali protette, quali quelle indicate, nella Rete Natura 2000, ovvero per quegli interventi che ricadono all’esterno ma che possano eventualmente avere delle ripercussioni comunque significative. Laddove questa non fosse stata ritenuta necessaria, si chiede all’Autorità Giudiziaria di voler valutare se il provvedimento sia stato adeguatamente motivato, fondato e, pertanto, legittimo.Inoltre, chiediamo se per la tutela di Punta San Vigilio, sia stata effettuata, preliminarmente alla autorizzazione dei lavori, una Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che ha tra le proprie finalità proprio quella di valutare, a priori, le possibili conseguenze ambientali di ogni scelta che coinvolga politiche, piani o programmazioni aventi un’incidenza sul territorio”. Cosa ne pensa il sindaco Bendinelli?
“Questo esposto non mi stupisce”, replica, “ma voglio solo far notare che altre associazioni ambientaliste si sono comportate in modo più corretto: invece di interpellare la magistratura, hanno fatto l’accesso agli atti, si sono informate, hanno parlato con la Sovrintendenza e hanno accertato i fatti, senza posizioni strumentali. E hanno così potuto constatare che il luogo è costantemente monitorato dalla Soprintendenza che esce in sopralluogo ogni 15 giorni”.
E anche questo tema così caldo sarà sul tavolo del convegno organizzato da Veronapolis per domani, sabato 4 maggio dalle 10 alle 13 dal titolo “Quale futuro per Verona” nella sede dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di via Leoncino 6.