Grandi rivolgimenti in casa azzurra dopo gli sconquassi elettorali provocati dalla scelta governativa di Matteo Salvini, che, per ora, nonostante si fosse presentato nell’alleanza di centrodestra, dove è sempre pronto a tornare, ha confinato Forza Italia all’opposizione in Parlamento. Intanto si aprono i giochi per la guida regionale del partito, dove il senatore Massimo Ferro ha superato le aspirazioni del deputato e coordinatore provinciale Davide Bendinelli. Intanto all’interno di quello che è stato il partito del presidente del consiglio, sono fuochi d’artificio. Piergiorgio Cortelazzo e Dario Bond, deputati e componenti del coordinamento veneto di Forza Italia (Cortelazzo è anche vice e tra l’altro papabile prossimo coordinatore) lanciano un “ponte” ai due esponenti regionali Elena Donazzan e Massimo Giorgetti che a giorni alterni contestano la gestione del partito e in particolare il commissario Adriano Paroli per i deludenti risultati ottenuti alle Politiche e alle comunali di Vicenza e Treviso. «Elena Donazzan e Massimo Giorgetti vogliono contestare, criticare, proporre? Lo facciano, ma non sulle pagine dei giornali, perché la sede per discutere è il partito. Sono due risorse per Forza Italia, ma devono smetterla di spararci contro». Un “cannoneggiamento”, come l’ha definito Cortelazzo, che indebolisce Forza Italia. «A meno che – ha puntualizzato il vice di Paroli – Donazzan e Giorgetti non abbiamo altri obiettivi, ma allora lo dicano. In ogni caso faccio presente che nel partito del “capitano Matteo” basta un decimo di quello che è stato detto da noi per essere presi a calci. Il punto è che in Forza Italia c’è troppa democrazia». Un tentativo di fare pace o un ultimo avviso? «Nessuna intenzione polemica», dicono Cortelazzo e Bond. Ma tra i due il più “morbido” è Bond, al punto da non impuntarsi sulla storia della mancata tessera: «Se Giorgetti e Donazzan hanno deciso di non rinnovare per il momento l’iscrizione al partito, va bene, riflettano pure. Sappiano che li consideriamo un valore aggiunto, ma proprio per questo non possono continuare a “spararci” contro. Il rischio è che alla lunga qualcuno prenda provvedimenti». Tutto questo mentre Silvio Berlusconi ha chiuso i cordoni della borsa e Forza Italia è assediata dai creditori e con i conti correnti pignorati in banca. Così Arcore ha avviato una pesante ristrutturazione.