Lo stress che fa ammalare e aggrava la malattia con costi crescenti per il sistema sanitario nazionale in termini di un numero maggiore di visite specialistiche e di uso di farmaci. La psicologia quale contributo rilevante può dare nel settore pubblico per favorire il benessere dei pazienti adulti che hanno bisogno di cure? Si è parlato di questo, in sala Mariani, nel corso di una giornata di lavori dedicata all’analisi dei servizi di Psicologia clinica presenti in ospedale e nei territori, organizzata dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, dall’Ordine degli psicologi del Veneto e dall’Ordine dei medici della provincia di Verona. L’esperienza scaligera, attuata dalle Unità dei servizi di Psicologia clinica degli ospedali di Borgo Roma e di Borgo Trento, rappresenta un’eccellenza sul territorio, ne hanno parlato Lidia Del Piccolo e Luisa Nadalini. I casi di integrazione della psicologia nell’area medica per le cure ospedaliere dimostrano la loro efficacia in termini di benefici per il paziente e di riduzione dei costi per la collettività. «Per questo – sottolinea il presidente dell’Ordine degli psicologi del Veneto, Alessandro De Carlo – è importante mantenere il ruolo dello psicologo nel settore pubblico dove sono in atto sensibili tagli delle risorse. Ma il lavoro dello psicologo si rivela prezioso, anche a livello territoriale, laddove si attua l’integrazione nell’attività di base della medicina di gruppo. Il Veneto è regione pilota su questo fronte – conclude De Carlo – grazie ad alcune esperienze particolarmente riuscite ed apprezzate dagli stessi medici». Sulla necessità di incrementare i servizi di psicologia nella sanità pubblica e di promuovere le esperienze di base in rete, ne hanno parlato anche Diego Ruzza, sindaco del comune di Zevio e consigliere dell’Ordine degli psicologi, Carlo Rugiu, vice presidente dell’Ordine dei medici di Verona e Maria Scudellari, direttore dell’Unità complessa per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia dell’Ulss 20 di Verona.