Soltanto nel week-end verrà alla luce il “piano nazionale per la ripartenza” dopo l’emergenza coronavirus annunciato da Giuseppe Conte in Senato. Qualche elemento però già filtra da palazzo Chigi e dintorni: “patenti di sicurezza” per ogni azienda, orari dei negozi e delle attività produttive scaglionati anche di notte per evitare il sovraffollamento dei locali e dei mezzi pubblici, vendita di mascherine e guanti a prezzi calmierati, potenziamento dei Covid-Hospital per fronteggiare un’eventuale nuova ondata dell’epidemia, nessuna limitazione ad uscire legata all’età, nuove forme di autocertificazione per gli spostamenti
Insomma, riaperture con calma e massima prudenza, tenendo conto dell’andamento dei contagi. E addio al “fai da te” regionale che ha creato confusione, oltre che forti tensioni tra governo e governatori.
Per le attività produttive si partirà, forse anche prima del 4 maggio, da quelle con gli indici di minor rischio: cantieri edili, automotive, moda, mobili e le reti di vendita a esse collegate. Tutte le aziende dovranno avere la “patente di sicurezza”, garantendo sanificazione degli ambienti, termoscanner, misurazione della saturazione all’ingresso, distanza di sicurezza e protezioni (mascherine e guanti).
Queste misure dovranno però essere accompagnate da un potenziamento del trasporto pubblico per evitare il sovraffollamento di bus e metro: i passeggeri dovranno sedersi distanziati. Da uno scaglionamento delle aperture dei negozi e degli uffici fino a notte e da turni di lavoro anche nel week-end. Non manca, nel piano, la realizzazione di nuovi Covid-Hospital in modo da poter fronteggiare un ritorno dell’epidemia. E la creazione di “zone rosse” in caso di focolai epidemici.
I termoscanner saranno un elemento essenziale per la ripartenza. Quando (presumibilmente verso il 18 o il 25 maggio) potranno riaprire i ristoranti, vi potrà entrare solo chi non ha alterazione. E una volta dentro, c’è chi ipotizza “tavoli di cortesia” dove il cameriere lascerà i cibi ordinati. Spetterà poi al cliente alzarsi e servirsi.
Dopo il 4 maggio cambierà anche il sistema di autocertificazione. Non sarà più necessario per uscire di casa, ma solo per spostarsi in un’altra Regione: resterà molto difficile andare da Milano a Roma o da Napoli a Palermo. E viceversa. Deroga invece per chi vorrà raggiungere le seconde case.
LE FABBRICHE E GLI UFFICI
Il Covid cambierà profondamente anche la vita d’ufficio. Esattamente come per i negozi anche gli uffici avranno orari di apertura e di chiusura diversificati per impedire assembramenti da “ore di punta”. Lo smart working, cioè il lavoro da remoto, diventerà la modalità di lavoro abitudinaria ovunque sia possibile. Per il resto con regole di base comuni a tutt’Italia ma poi adattate dalle Regioni a singole realtà gli uffici non apriranno o chiuderanno tutti alla stessa ora. Non è ancora chiaro cosa accadrà sul fronte degli uffici e dei servizi pubblici. E’ possibile che gli uffici postali, ad esempio, non aprano tutti agli stessi orari e che alcuni restino aperti fino a tarda sera per evitare file.
I NEGOZI
Nel quadro complessivo dello scaglionamento degli orari di apertura e di chiusura delle varie attività saranno compresi anche i negozi. Per alcuni mesi non apriranno e non chiuderanno tutti nello stesso orario. E’ possibile che una parte della rete commerciale possa restare aperta anche fino alle ore notturne e, se ce ne sarà l’opportunità, rimarrà accessibile al pubblico anche per tutta la notte.Ancora da definire tempi e modi della riapertura di bar e ristoranti per i quali è comunque prevedibile l’adozione di misure analoghe a quelle dei negozi.Per i negozi d’abbigliamento si ipotizza sanificazione di ogni capo “provato” in camerino e del camerino stesso. Insomma, non proprio un iter semplicissimo.
I TRASPORTI
Sarà il settore che subirà i cambiamenti più profondi e probabilmente un aumento dei costi di cui è persino difficile immaginare le proporzioni. Al momento una sola cosa è certa: la ripresa dei collegamenti (attualmente molto ridotti) sarà graduale. Dimentichiamoci però di carrozze o bus iperaffollati. Con ogni probabilità sui bus non sarà possibile occupare più della metà dei posti da seduti a disposizione e i passeggeri in piedi dovranno essere pochissimi. Analogo discorso anche per le metropolitane e i treni. E’ possibile che per le metro siano previsti controllori del traffico che impediscano ai passeggeri di oltrepassare i tornelli se il loro numero dovesse superare determinati standard.