Per molti comuni del veronese, dotarsi di un piano aggiornato in tema di protezione civile è diventato urgente, in particolare dopo la pandemia e con il verificarsi, da due anni a questa parte, di eventi atmosferici sempre più violenti. Il ruolo dell’ingegnere, e in generale di un tecnico, risulta quindi essenziale per affiancare le amministrazioni e guidarle nell’adeguamento di linee guida generali alle specifiche dei singoli territori. È quanto emerso dal convegno promosso dall’Ordine degli Ingegneri di Verona, oggi pomeriggio, per creare sinergie e al contempo annunciare il rafforzamento di un’apposita commissione dedicata alla Protezione Civile. “Di recente nel nostro Ordine si è ricostituita la commissione dedicata alla Protezione Civile, determinata a sondare la risposta del territorio e la disponibilità a collaborare”, evidenziano il coordinatore e il referente della commissione, Francesco Isalberti e Alessandro Dai Prè. “Il tema non può essere affrontato dalle istituzioni solo nei momenti di crisi. Il supporto tecnico è sempre disponibile e l’Ordine può essere un punto di riferimento valido”. “I comuni devono adottare piani per la sicurezza del territorio, compromessa dai cambiamenti climatici ma anche dalla mancanza di adeguate prevenzioni incendi”, dichiara il presidente dell’Ordine, Matteo Limoni. “Cultura e sicurezza hanno un costo, ma per il territorio e la comunità costano molto di più la non cultura e la non sicurezza”. “Abbiamo la necessità di operare nella prevenzione con la formazione, la comunicazione alla popolazione e soprattutto con la pianificazione”, fa notare Luca Soppelsa, direttore regionale del Veneto di Protezione Civile. “Il supporto tecnico alle strutture di protezione civile e agli enti che operano in emergenza è fondamentale per procedere alle verifiche di agibilità, alla valutazione dei danni e del rischio residuo, ma anche per supportare pubblico e privato nel censimento dei dati finalizzati al rimborso”. “Il sistema di allarme pubblico IT-Alert può evitare danni a persone e cose, ma durante un’emergenza è fondamentale essere in grado di intervenire con pragmatismo e operatività, due qualità che caratterizzano la figura dell’ingegnere”, fa notare Armando Lorenzini, ingegnere e responsabile della Protezione Civile della Provincia di Verona che conta 2.600 volontari. Prova ne sarà data a fine mese quando, dopo un’assenza di ben 7 anni, torneranno in città le esercitazioni della Protezione Civile, per testare mezzi e volontari. Gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti anche negli interventi del coordinatore nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini di Protezione Civile, Andrea Da Broi. “Negli ultimi due anni il numero di interventi in ambito idrogeologico ha avuto un aumento esponenziale e il lago di Garda ne risente più di altre zone”, afferma. “Non era mai capitato prima di vedere chicchi di grandine da un chilo cadere dal cielo”. Sull’importanza del ruolo di tecnici, quali gli ingegneri, a organizzare con pragmatismo e competenza, Da Broi ricorda che Ana conta su 14 mila volontari, di cui 5.400 nel Triveneto, e un patrimonio di circa 15 milioni tra attrezzature, macchine e strutture, tutte da gestire.