Protesta d’amore. Ristoratori veneti e lombardi si ritrovano a Valeggio La categoria, il 17 febbraio, lancerà il disperato ‘sos’ dal Ponte Visconteo, dove nell’era pre-Covid si celebrava il tortellino. I titolari chiedono semplicemente di poter lavorare nel rispetto delle regole. La riapertura a pranzo basta appena per pagare le bollette. “Se non ci fanno riaprire, almeno mandino ristori adeguati, non le briciole ricevute fino a oggi”

Un flash mob sul Ponte Vi­sconteo di Valeggio sul Mincio per chiedere la riapertura dei ristoranti e delle attività legate di­vertimento. In alternativa ri­stori immediati. E’ l’iniziativa di Ristoratori Veneto e Ristoratori Lombardia, i due gruppi di imprenditori del mondo Horeca che ora sono associati a TNI Italia – Tutela Nazionale Imprese. L’appuntamento è per mercoledì 17 febbraio alle 11 quando la categoria, in di­visa da cuochi e camerieri, lancerà il suo Sos da un luogo simbolo, il Ponte Visconteo, dove ogni anno si celebra il Nodo d’Amore, il vero tortellino di Valeggio. “Siamo allo stre­mo, non ne possiamo più”, è lo sfogo di Alessia Bre­scia, coordinatrice di Ri­sto­ratori Veneto, proprietaria insieme ai genitori di una trattoria tipica nel cuore di Valeggio sul Mincio. “Ci sono una trentina di ristoranti solo tra il centro storico e l’antico Borgo, su un totale di 117 registrati dalla Camera di commercio di Ve­rona al 30 settembre scorso. I turisti non ci sono più e in tutti questi mesi – spiega – sono arrivate briciole, del tutto insufficienti a co­prire i costi fissi delle nostre a­ziende. Con la zona gialla abbiamo riaperto a pranzo, ma facciamo pochissimi co­perti, quattro o cinque al giorno. Come facciamo a sopravvivere? Se Valeggio non ha turisti, non vive, è una città morta. Non esiste un indotto lavorativo, non ci sono fabbriche né uffici intorno e in questa situazione non riusciamo nemmeno a lavorare con a­sporto o consegna a domicilio. Tanti sono i ristoranti che da ottobre non hanno riaperto. C’è bisogno di unità nella nostra categoria: uniti e coesi verso un unico obiettivo, quello di tutelare il nostro settore ed è a questo che stiamo lavorando da mesi, con Ristoratori Veneto e Lombardia, uniti a TNI, che ha la possibilità di far da portavoce a livello nazionale dei reali problemi”. La situazione è insostenibile. “Or­mai siamo allo stremo – sottolinea Pasquale Naccari, portavoce di TNI Italia – Tutela Nazionale Imprese – ma continuano a mancare le risposte dalle istituzioni. Siamo persone civili, abbiamo sempre rispettato le regole e continueremo a farlo. La mi­su­ra è colma e non possiamo assistere con le mani in mano al fallimento di un intero comparto”. Dopo il flash mob, i ristoratori si riuniranno in assemblea per decidere le prossime iniziative con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sulla si­tuazione che vivono bar, al­berghi e ristoranti e anche tutti i lavoratori e imprenditori le­ga­ti al mondo del turismo. La richiesta al governo e alla Regione è: “Fateci lavorare a cena, oppure ristori immediati”.