Riprendere a camminare il giorno dopo un intervento chirurgico di protesi di ginocchio bilaterale è possibile. Lo sta dimostrando Aoui, presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia, dove viene applicato un innovativo approccio riabilitativo che è risultato efficace su 6 pazienti consecutivi. I risultati preliminari sono stati appena presentati a Bologna nel corso del 51esimo congresso nazionale Simfer 2023, Società italiana di medicina fisica e riabilitativa.
Nella pratica ortopedica è ancora aperto il dibattito se, nel caso di malattia di entrambe le ginocchia, sia più efficace l’intervento chirurgico simultaneo o a stadi, se sia cioè migliore l’impianto di protesi bilaterale oppure la procedura graduale con un minimo di tre mesi fra i due interventi. Il dibattito riguarda i rispettivi tassi di complicanze, come quelle cardiopolmonari e infettive e le maggiori difficoltà e tempi riabilitativi. Su questo terreno si è impegnato il gruppo multidisciplinare aziendale composto da: Bruno Magnan, direttore Uoc Ortopedia e Traumatologia, Ermes Vedovi, direttore Uoc Riabilitazione funzionale, Simone Patuzzo, fisioterapista, Nicola Smania, direttore Uoc Neuroriabilitazione, Matteo Ricci, ortopedico. Lo scopo scientifico del protocollo è di contribuire al progresso del tema attraverso la casistica clinica.
L’artroplastica totale del ginocchio è il cardine del trattamento per artrosi delle ginocchia allo stadio medio-grave. Lo studio veronese ha riguardato 6 pazienti, 3 maschi e 3 femmine, di età compresa fra i 52 e i 77 anni. In assenza di altri disturbi gravi.
L’intervento di protesi di entrambe le ginocchia svolta in simultanea, ossia durante un solo intervento chirurgico, si è rivelata la scelta migliore per il paziente perché comporta un unico ricovero, unica anestesia, unico periodo di degenza (4/6 giorni), unica somministrazione di antidolorifici e un recupero riabilitativo più rapido. I vantaggi emergono anche dal punto di vista gestionale con riduzione dei costi dal 18 al 50%.
Nella prima giornata post operatoria tutti i pazienti hanno recuperato il cammino con il deambulatore e raggiunto una flessione di entrambe le ginocchia di 90 gradi senza alcun dolore. Il trattamento riabilitativo per ciascun paziente è durato circa 30 minuti per ciascuna seduta. Durante la degenza, si è assistito ad un graduale incremento della distanza di deambulazione e un ulteriore miglioramento dell’articolarità. La precoce mobilizzazione del paziente e l’adozione di un approccio più efficiente si è rivelata una strategia riabilitativa vincente e in grado di di garantire il recupero del cammino fino a 50 metri, con deambulatore, già in prima giornata post chirurgica.
“La riabilitazione – ha detto il dottor Vedovi -inizia subito dopo l’operazione. I vantaggi includono: un periodo di riabilitazione esteso solo di un quarto, minori costi, riduzione dell’assenza dal lavoro, migliore simmetria posturale tra i due interventi, e una riabilitazione incentrata su una mobilizzazione precoce. Si riducono inoltre i rischi anestesiologici, il tasso di infezioni ospedaliere e riospedalizzazioni”.
“Ero alla ricerca di un modo per rendere più efficiente la riabilitazione di questi pazienti – conclude il dottor Patuzzo -. Ne è emerso un approccio ottimamente tollerato e poco o per nulla doloroso, grazie al quale i pazienti raggiungono una flessione bilaterale di 90° di ginocchio in prima giornata post-chirurgica.