Pronto soccorso, qui niente cooperative Il dg Bravi: per quanto riguarda il personale l’Azienda è in una situazione privilegiata

Si è tenuta la terza edizione del convegno “Cosa abbiamo imparato nel 2023”, riferito alle buone pratiche del Pronto Soccorso e della Medicina d’urgenza. Nell’aula magna della lente didattica dell’Ospedale di Borgo Roma sono arrivati specialisti e direttori di PS da tutta Italia, con la direzione dei tre primari Aoui: Ciro Paolillo, Pronto soccorso di Borgo Trento, Antonio Maccagnani, Pronto soccorso di Borgo Roma e Domenico Girelli, UOC di Medicina d’Urgenza di Borgo Roma e della Scuola di specializzazione dell’università di Verona. Fra i vari argomenti trattati, ce ne sono stati alcuni che rappresentano i temi caldi delle strutture di emergenza-urgenza: la gestione del paziente critico, i nuovi farmaci nello scompenso cardiaco e la formazione dei giovani medici. Un focus specifico è stato dedicato alla gestione dell’anziano in Pronto Soccorso. in particolare è stato presentato un modello che prevede la valutazione multidimensionale del paziente anziano, che significa non solo dal punto di vista clinico ma anche assistenziale. Spesso infatti si rivela necessario coinvolgere al letto dell’ammalato oltre all’infermiere e al medico di Pronto Soccorso anche l’assistente sociale dell’ospedale.
Così come è stato detto l’anno scorso, anche nel 2024 si conferma che i due Pronto soccorso cittadini non utilizzano personale delle cooperative.
Sulla questione ha posto l’accento il direttore generale Callisto Bravi.
“L’Azienda ospedaliera universitaria di Verona – ha detto bravi – è in una situazione privilegiata perché per il personale non abbiamo bisogno di ricorrere alle cooperative e inoltre la Regione ha confermato la possibilità di destinare risorse a turni aggiuntivi. Questo significa che anche i nostri medici, di alcune specialità idonee al Pronto soccorso, possono dare la disponibilità a turni extra rispetto al loro normale orario di servizio, ovviamente rispettando la norma del riposo compensativo. Altro aspetto è quello della sicurezza degli operatori sanitari, per la quale stiamo lavorando con la dotazione di nuove videocamere in modo da garantire l’incolumità delle persone”.
Per il rettore dell’università “Il convegno della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza dell’università di Verona è stata l’occasione per affrontare, con le colleghe e i colleghi di altri atenei d’Italia tematiche di grande interesse scientifico e pratico per la gestione dei malati che afferiscono al Pronto Soccorso. L’appuntamento testimonia l’impegno dell’Università di Verona nel promuovere la formazione e la ricerca in Medicina di Emergenza-Urgenza, ma soprattutto la volontà di rendere questa disciplina sempre più attrattiva per le giovani e i giovani medici e superare la crisi di personale in questo ambito”.