“Ho fatto tutto come opera di carità, in modo assolutamente gratuito. Sono stato a Medjugorje, quel luogo mi da tanto tantissimo spiritualmente, avevo il dovere di contraccambiare”. Vittorio Gugole è un architetto veronese in pensione. Risiede da sempre a Madonna di Campagna, borgo alle porte di Verona, dove è molto conosciuto. E quando un amico “il mio direttore di banca” lo ha coinvolto in un progetto ambizioso non ci ha pensato due volte. “A Pasqua del 2014 l’amico Vittorio Pagani si trovava in pellegrinaggio a Medjugorje e chiese di incontrare Padre Milenko, provinciale della provincia francescana di Erzegovina al fine di proporgli un progetto di investimento di comune utilità. Padre Milenko, alla presenza anche del giornalista Paolo Brosio, riferì che una delle priorità di un luogo visitato da migliaia di pellegrini sarebbe stata la costruzione di un Pronto Soccorso per un primo intervento sanitario. L’ospedale più vicino, infatti, si trova a Mostar, a circa 40 chilometri da Medjugorje con strade difficoltose da percorrere. Tornato in Italia ci siamo recati al Santuario dei frati francescani del Frassino di Peschiera del Garda e dopo qualche incontro mi è stato affidato l’incarico di realizzare il progetto”. Dieci anni dopo quel sogno è ora realtà. “Sì – ammette Gugole – ci è voluto davvero tanto tempo ma ci sono state questioni davvero importanti da affrontare e risolvere. La prima bozza l’ho presentata alle autorità locali già ad agosto di quell’anno. Ricordo che il sindaco e il vice di Citluk, la città a cui appartiene amministrativamente Medjugorje, erano favorevoli ma, sin da subito, mi parlarono delle non poche problematiche come la scelta del luogo, il nome della struttura, le autorizzazioni da parte del Comune e del servizio Sanitario locale. Ma, soprattutto, come inserire l’intervento nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, dipendente dal Ministero della Sanità di Sarajevo. Tali perplessità erano dovute, in particolar modo, alle diverse etnie, alle diverse mentalità, alle diverse tradizioni e alle diverse religioni che convivono in Bosnia Erzegovina. Ad aggravare la situazione è subentrata nel 2019 la situazione pandemica che, come ben noto, ha impedito di spostarci liberamente limitando di fatto gli incontri. Ad ottobre 2021 è stato raggiunto un accordo risolutivo con una riduzione di superficie da mq 880.00 a 509.00 e viene definita anche la distribuzione dei vari accessi: ambulatori, triage e altro. A luglio 2022 abbiamo iniziato i lavori di spianamento dei tre lotti assegnati, infine a giugno dello scorso anno abbiamo iniziato a gettare le fondamenta”. E dopo un anno il Pronto Soccorso vedrà finalmente la luce. Si chiamerà “Peace Emergency Room” ed è stato realizzato, finanziariamente, grazie alla onlus le “Olimpiadi del Cuore ”, fondata da un gruppo di volontari con presidente l’avvocato Piergiorgio Merlo di Brescia, il giornalista Paolo Brosio e la responsabile di quei territori Mirella Sego. L’associazione ha raccolto i fondi necessari e una volta terminati i lavori consegneranno l’opera a titolo gratuito al Comune di Citluk che ha messo a disposizione il terreno, secondo le direttive del Direttore Generale dell’Ospedale di Mostar dottor Ante Kvesic e dell’ingegnere sanitario Tihomir Cavar. “Si tratta di un Pronto Soccorso per tutte le etnie e religioni, per i turisti e per i pellegrini – precisa Gugole – Non si è voluto costruire un complesso inutile, ma un vero e proprio Pet, cioè un Punto di Emergenza Territoriale dotato di strutture per le emergenze: chirurgia ortopedica, sala raggi ed ecografia, reparto di cardiologia e molto altro ancora. Ora dobbiamo acquistare tutte le attrezzature mediche necessarie e per farlo se qualcuno vuole contribuire può rivolgersi alla onlus “le Olimpiadi del Cuore”.
Mauro Baroncini