«Abbiamo avuto un mandato preciso e c’è un popolo che ha votato per il “sì” a stragrande maggioranza. C’è qualcuno, e tra questi i nostri compagni di viaggio di questo momento, che parla di cittadini di serie A e di serie B. Io dico ai veneti di stare tranquilli, perché o ci danno l’autonomia o io non ho nessun problema a dimettermi seduta stante. Che prendano in giro la gente in un altro modo!». Lorenzo Fontana, ai microfoni di rete Veneta, è andato giù diretto. o si fa l’autonomia o lui, e a quel punto l’intera parte leghista del governo, si tira indietro e l’esecutivo cade. «A me» ha sottolineato «non interessa governare se l’autonomia non viene fatta». Tra gli ex padani e il Movimento 5 Stelle ormai i rapporti sono pressoché inesistenti. Si naviga a vista in attesa delle elezioni europee del 26 maggio. Dopodiché ogni scenario è possibile. Di sicuro la Lega sull’autonomia si gioca la faccia. E non è un caso se il ministro alle Autonomie, la vicentina Erika Stefani, dalle colonne di repubblica ha reagito duramente all’ultimo stop alla storica riforma imposto da Luigi Di Maio e dal ministro per il Sud Barbara Lezzi, i quali continuano a ribadire che così com’è stata scritta, l’autonomia danneggerebbe oltremodo le regioni meridionali. «Siamo a un bivio» ha dichiarato la Stefani. «È giunto il mo – mento in cui i 5 stelle devono dire se vogliono davvero l’autonomia o no. Altri rinvii, altri ostacoli per noi non sono più accettabili. Siamo pronti a confrontarci con loro e con tutti, anche in parlamento. ma un testo deve essere varato dal governo, se restano i nodi politici vuol dire che qualcuno ha deciso diversamente. E allora…». Secondo Di Maio e la Lezzi però, della bozza di riforma esisterebbe solo «una paginetta». La Stefani non ci sta: «È davvero singolare questa affermazione. Esiste una prima versione risalente a ottobre scorso, poi una seconda del 15 febbraio inviata a tutti i ministri. A ciascuno la parte di sua competenza. Del resto, se le critiche sono così accese,vuol dire che quel documento lo hanno letto e studiato ». Dovrebbe averlo anche il presidente del Consiglio Conte, dunque. «Il presidente lo ha in tutte le sue versioni. A ottobre abbiamo accettato la sua proposta di rinvio, con l’impegno di trovare un accordo tra tutti entro febbraio. Sia mo a maggio . «Il premier ha piena cognizione della portata costituzionale della norma. Gli ho chiesto che vengano sciolti i nodi che ormai sono tutti politici». ossia i veti dei 5 stelle. Di Maio ieri ha annunciato che nel Consiglio dei ministri di lunedì non saranno approvati né l’autonomia né la flat tax. «Io» ha fatto presente la Stefani «mi presenterò col testo delle intese sull’autonomia. Punto. Come ha già annunciato il nostro segretario e vicepremier, Matteo Salvini. «Io di professione faccio l’avvocato » ha concluso la Stefani «e ho risolto tanti rapporti matrimoniali in crisi quando, nelle coppie, le due parti hanno accettato di mettere da parte il conflitto ritrovando le ragioni per proseguire insieme. La separazione deve essere sempre l’extrema ratio. Così sarà anche per il nostro contratto di governo. Questo è il momento della verità».