Progettomondo nella tragedia a Gaza Appello delle Ong perché sia consentito l’accesso degli aiuti umanitari in zone sicure

“Chi paga è ancor una volta la popolazione civile. Hamas ha fatto un’operazione bellica in tutto segreto e neanche il popolo, che resiste alla brutale occupazione militare da anni, si aspettava un’azione così pesante. La rivolta era prevedibile, visti i soprusi a cui sono costantemente costretti i palestinesi nella prigione di Gaza e in Cisgiordania. Non c’è stato ascolto, nessun intervento. Ora i civili stanno vivendo ore di terrore e sconteranno con il massacro e una nuova nakba, la catastrofe”.È forte la preoccupazione di Meri Calvelli, coordinatrice e responsabile delle attività di Progettomondo e Acs in Palestina, per la devastazione innescata in risposta all’attacco a Israele.
Proprio di recente l’ong veronese Progettomondo ha ampliato i suoi confini di intervento raggiungendo il Medio Oriente, facendosi parte attiva di un progetto con capofila ACS, Associazione di cooperazione e solidarietà di Padova. L’iniziativa, dal titolo Greening the future, vede sul campo pure Cesvi, Educaid e il partner italiano CISS, ciascuno per il suo ambito di esperienza consolidata, ed è nata anche per fornire fonti di acqua potabile, pozzi e fontanelle, servizi educativi e di sostegno psico-sociale, e per potenziare il sistema di rifiuti urbani.
La sede di Acs e Progettomondo, nel Centro italiano di scambio culturale “Vik” intitolato a Vittorio Arrigoni, al momento è ancora in piedi, ma intorno è la devastazione.
“A dicembre avremmo dovuto accogliere 150 persone, tra artisti e sportivi, per l’appuntamento con il Gaza Free Style”, dice ancora Calvelli, ideatrice dell’iniziativa e in Palestina con Acs dal 2011. “I 10 coordinatori del centro Vik stanno bene. Solo uno non sono ancora riuscita a sentirlo, ma la difficoltà di caricare i telefoni, per chi non ha generatori o batterie delle auto a disposizione, rende difficile le comunicazioni”.
Intanto, Abraham Saidam non ce l’ha fatta, ha perso la vita, a soli 26 anni, in un attacco alla sua casa. Era uno dei giovani palestinesi che partecipava alle attività del Centro culturale di scambio culturale Vik, nato a Gaza più di dieci anni fa grazie a Meri Calvelli, che oggi è anche responsabile delle attività promosse dalle associazioni Acs di Padova e Progettomondo di Verona, dal titolo Greening the future, nato per fornire fonti di acqua potabile, servizi educativi e di sostegno psico-sociale, e per potenziare il sistema di rifiuti urbani.
“La polvere non si è ancora depositata, e scrivo con dolore e tristezza”, è il messaggio del suo amico Mohammed, per annunciare la tragica notizia. “Sopravviviamo un altro giorno senza sapere che fine faremo o cosa succederà. La morte è ovunque e la vita da nessuna parte. La nostra vita non ha significato se non lottiamo per il nostro diritto a vivere e per la nostra libertà”.
Abraham era il protagonista dello spettacolo teatrale “All That’s Left to ME” tratto dall’Odissea. Aveva anche realizzato la grafica della locandina e si era occupato del montaggio del trailer dello spettacolo.
“Qualche giorno fa avrebbe dovuto arrivare in Italia insieme a un gruppo di 15 ragazze e ragazzi per esibirsi a Milano, Siena e altre città, ma non è riuscito a ottenere il passaporto in tempo”, dice Meri Calvelli. “Tutto è saltato e ora abbiamo appreso che Abraham non c’è più”.