PROGETTARE IL FUTURO CON INNOVAZIONE Nel tessuto imprenditoriale scaligero spiccano realtà modello: Tecnocurve, Scatolificio Pozzi, Exor International e Colorificio Feroni. Ora a disposizione uno sportello informatico

Progettare il futuro nel segno dell’innovazione. Anche per le piccole e medie imprese il Piano nazionale Industria 4.0 lanciato dal governo è una sfida che può tradursi in opportunità. Nel tessuto imprenditoriale scaligero che fa capo ad Apindustria Confimi Verona si contano già realtà che possono essere prese come modello per quanto riguarda automatizzazione e interconnessione applicate alla produzione industriale: Tecnocurve di San Pietro di Morubio, Scatolificio Pozzi di Trevenzuolo, Exor International di San Giovanni Lupatoto, Colorificio Feroni di Oppeano. Imprese che hanno imboccato la via dell’innovazione e la cui esperienza è stata descritta al convegno promosso il 26 giugno all’Hotel Roxy Plaza di Soave sul tema “Pmi 4.0. Come possono beneficiare le Pmi del Piano Industria 4.0”.

Occasioni. Gli sforzi di Apindustria Confimi Verona, ha esordito il presidente Renato Della Bella, sono orientati a dare supporto alle piccole e medie imprese che, in questa transizione, devono essere aiutate a superare le iniziali resistenze. «Industria 4.0 non è soltanto una dicitura: ad accompagnare questa tematica vi sono opportunità che dobbiamo cogliere, facendo la nostra parte come imprenditori che contribuiscono al bene della società». Perciò Apindustria Confimi Verona ha predisposto uno sportello informatico per affiancare le aziende nell’affrontare la cosiddetta “Quarta Rivoluzione Industriale”: un punto di rifermento per avere indicazioni su aspetti fiscali e finanziari, assistenza tecnica e digitale, informazioni sull’accesso alle agevolazioni pubbliche come la nuova Sabatini.

«È in atto una continua evoluzione digitale che interessa vari ambiti sociali: industria, artigianato, commercio. Si tratta di una rivoluzione pervasiva che ha in sé un modo nuovo e veloce di relazionarsi in un contesto che è ormai globale», ha evidenziato il presidente di Confimi Digitale, Domenico Galia. Le tecnologie richiedono competenze: «Per governare il processo sono fondamentali la formazione dei giovani e la riqualificazione degli addetti. Prima di innovare, un’azienda deve capire a che punto è del processo: in questo modo la tecnologia può essere una possibilità formidabile per riorganizzare le imprese».

Scenari futuri. L’Industria 4.0 è un’opportunità che diventerà presto una necessità: «È una sfida che richiede un ripensamento del modello di business», ha sottolineato Enrico Bertolotti di Bts Lab Srls, chiamato a moderare il convegno.

«Fattori determinanti sono la disponibilità di dati digitali, la robotica e l’automazione avanzata, la connettività spinta», ha elencato immaginando non lontani scenari evolutivi della filiera produttiva in cui vere e proprie reti di comunicazione metteranno in relazione tra loro fabbrica, fornitori, consumatori, partner commerciali. «Industria 4.0 non significa introdurre un macchinario innovativo – ha chiarito –, ma riguarda la possibilità di connettere diverse tecnologie e sfruttarle per ottenere il meglio. Con vantaggi in termini di velocità, flessibilità, integrazione, produttività, sicurezza e sostenibilità».

Pmi (veronesi) 4.0. In Apindustria Confimi Verona gli esempi virtuosi non mancano. «Lo Scatolificio Pozzi realizza per la sua clientela scatole e scatoloni su misura servendosi di macchinari, quasi tutti automatici, collegati tra loro da rulliere robotizzate», ha illustrato Paolo Zanelli, consulente dell’azienda di Trevenzuolo. Area di produzione e magazzino oltre ad essere connessi tra loro, sono monitorati da micro-computer e sensori: da tempo lo scatolificio ha scelto la via dell’innovazione e presto si doterà di una confezionatrice automatica di ultima generazione.

«Per Tecnocurve l’innovazione è un fattore determinante, soprattutto nel settore della metalmeccanica», ha rimarcato il responsabile della produzione Alessandro Fadini. La ditta, specializzata in deformazione a freddo di tubolari e profilati, ha investito in macchinari all’avanguardia per automatizzare il ciclo produttivo, rendendolo costantemente monitorato. «Ancora dodici anni fa ci siamo dotati di un software per la gestione della produzione: la raccolta dei dati ci permette di capire cosa stiamo producendo e come». Uno dei prossimi passaggi, ha anticipato, «sarà rendere automatica la movimentazione dei materiali lungo l’asse produttivo».

Il passaggio da una produzione artigianale a una automatica di vernici nel Colorificio Feroni è avvenuto nel 2013, ha ricordato la legale rappresentante Marta Feroni. L’evoluzione si è concretizzata con l’installazione di un impianto informatizzato che ha rivoluzionato il ciclo produttivo in termini di tempistiche e qualità: «I vantaggi sono stati molteplici: ha permesso di avere un controllo al millesimo delle pesature e di conseguenza una riduzione dei test sulla qualità. Oggi in 35 minuti siamo in grado di realizzare 5mila litri di prodotto, per i quali in passato servivano circa 4 ore».

Opera in un mercato 4.0 la mini-multinazionale Exor International: con sede a San Giovanni Lupatoto, in America e India progetta e produce per partner internazionali soluzioni di interfaccia uomo-macchina Hmi (Human-Machine Interface) per il mondo industrializzato. «Con il passato è necessario dare un taglio netto e ridisegnare qualcosa di nuovo a partire dalle conoscenze finora acquisite», ha chiosato l’amministratore delegato Giuseppe Pace. In futuro, ha concluso, ci aspettano macchine più profilate e costruite sulla base di informazioni dettagliate: soluzioni “su misura” che facilitano la realizzazione del prodotto. E sono garanzia di qualità per il cliente.