L’avevamo festeggiata lo scorso 10 dicembre per i suoi 100 anni, e, quattro mesi dopo, proprio il giorno di Pasqua, la professoressa Paola Gozzi ha lasciato questa terra per iniziare la sua rinascita celeste.
Nasce a Verona nel 1919, affacciandosi alla vita, nella casa accanto alla Chiesa di San Tomaso, di cui in seguito diventerà un pilastro, morale e spirituale, di riferimento per la comunità e per i parroci che negli anni si sono susseguiti. Prende il nome del fratellino morto a 2 anni e rimane orfana di padre a 4 anni. Con il fratello maggiore, e altri cugini, tra cui Renato, che poi diventerà Sindaco di Verona, vive momenti di spensieratezza e svago, durante le vacanze estive, nella casa dei nonni a Grezzana, alla quale rimarrà particolarmente legata affettivamente. Durante la guerra, sotto l’incessante minaccia delle bombe, si laurea alla Ca’ Foscari, iniziando poco dopo la sua carriera di insegnante di francese. Per lunghi anni, ha insegnato, con passione e fervido entusiasmo, arricchendo il bagaglio culturale di studenti di diversi istituiti veronesi, tra i quali Betteloni, Seghetti, Maffei, Stimmate e anche al Seminario Vescovile. Raccontava, con orgoglio, la sua scelta pionieristica, che la portò ad esserela prima donna, a Verona, a conseguire la patente di guida. Traspariva dal racconto la sua fiera soddisfazione di aver ottenuto la propria autonomia e indipendenza, in anni in cui era ancora un miraggio.
Appartenente, da diversi anni, al gruppo “Figlie di Maria”, donna di grande fede ed intensa devozione, specialmente alla Madonna del Carmine, di cui ogni anno a San Tomaso si celebra la Novena, ha lasciato un profondo ricordo nei parrocchiani e nel quartiere di Veronetta, che l’ha vista nascere, crescere ed invecchiare.
Era per tutti la “professoressa Paola”, pronta a dare sostegno e consigli a chi la incontrava, con parole di alto spessore e forte umanità. I suoi scritti, i suoi racconti, le sue riflessioni rimarranno indelebilmente impressi nei cuori di tutti colori che la stimavano e la apprezzavano. Dai modi garbati ed eleganti, raffinata per la sua inconfondibile “R moscia”, di certo un dono naturale, ma che impreziosiva e caratterizzava sicuramente le sue lezioni di francese. Era orgogliosa dei suoi 5 nipoti, 15 pronipoti.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerla conserverà sempre la silente saggezza che i suoi occhi, dall’iride verde-grigio, esprimevano. Ricorderà sempre anche il suo incedere compassato e lento, eppure deciso, sulla via che da casa la conduceva alla Chiesa di San Tomaso, per rispettare l’appuntamento quotidiano della Messa. Indelebile sarà anche il ricordo cristallino del timbro della sua voce calda, avvolgente e persuasiva. Impossibile dimenticare anche la sapiente e delicata ironia che riusciva ad imprimere nel suo eloquio e contribuiva a rendere così piacevole ascoltarla.
Il giorno della Resurrezione, meritata coincidenza, il suo cuore, dopo 100 anni, ha cessato di battere. Un grande cuore che, unito ad intelligenza e sensibilità, ha seminato saggi insegnamenti e trasmesso forti testimonianze di fede. Un grande grazie a Paola!
A 90 anni aveva composto una…preghiera
A 90 anni, Paola Gozzi aveva voluto ringraziare chi le stava vicino con questi bellissimi versi, oggi più che mai d’attualità.
Benedetti quelli che mi guardano con simpatia
Benedetti quelli che comprendono il mio camminare stanco
Benedetti quelli che parlano a voce alta per minimizzare la mia sordità
Benedetti quelli che stringono con calore le mie mani tremanti
Benedetti quelli che non si stancano di ascoltare i miei discorsi già tante volte ripetuti
Benedetti quelli che comprendono il mio bisogno di affetto
Benedetti quelli che mi regalano frammenti del loro tempo
Benedetti quelli che si ricordano della mia solitudine
Benedetti quelli che mi sono vicini nella sofferenza
Beati quelli che rallegrano gli ultimi giorni della mia vita
Beati quelli che mi sono vicini nel momento del passaggio
Quando entrerò nella vita senza fine mi ricorderò di loro presso il Signore Gesù
Stefania Tessari