«Da emergenza sanitaria a catastrofe economica. Bisogna assolutamente accelerare il piano vaccinale e servono misure economiche tempestive e proporzionate che permettano alle imprese non solo di ‘tamponare’ i danni di quest’ultimo anno, ma di poter sperare di rilanciarsi appena sarà possibile». Così Alessandro Torluccio, direttore generale di Confesercenti Verona, che spiega: «Per l’economia e le imprese, il bilancio del primo anno di pandemia è un bollettino di guerra: dal primo lockdown alla seconda ondata, dodici mesi di convivenza forzata con il virus sono costati all’Italia una riduzione di -183 miliardi di euro del Pil e di -137 miliardi per i consumi – di cui 36 da addebitare all’assenza di turisti; abbastanza da riportare la spesa ai livelli del 1997, un passo indietro di 24 anni. – prosegue Torluccio – Una catastrofe che ha già ‘licenziato’ 262mila lavoratori autonomi e che non è ancora terminata: se non arriveranno sostegni adeguati, nel 2021 rischiano di cessare l’attività 450mila imprese, per una perdita di circa 2 milioni di posti di lavoro.
Nel periodo marzo 2020-marzo 2021 i pubblici esercizi in Veneto sono stati chiusi per un totale di 83 giorni su una media nazionale di 119. L’impatto della crisi potrebbe essere particolarmente forte per le imprese attive come Bar e Ristoranti (-51.085 a fine 2021) e del commercio di abbigliamento (-14.881), nella fattispecie in Veneto un potenziale decremento di -3.898 unità (pubblici esercizi) e -1.030 (commercio e moda)», conclude il direttore generale della Confesercenti.
«I dati del dossier di Confesercenti sono allarmanti, nonostante i sacrifici, gli sforzi e le attenzioni per essere in regola, si passa in zona arancione, non ce la facciamo più».
C’è molto rammarico nelle parole di Paolo Bissoli, presidente della Confesercenti scaligera.
«La situazione ci mette in ginocchio, tutti i nostri pubblici esercizi ma anche le attività commerciali che soffriranno pur restando aperti.
Le previsioni che avevamo di chiusura vengono riconfermate e probabilmente peggiorate. Oggi più che mai è indispensabile passare dai ristori ai rimborsi ma deve essere fatto subito. Tornare in arancione non colpisce solo chi chiude ma anche tutto il comparto commerciale delle nostre città. La situazione è veramente grave». conclude il presidente di Confesercenti Verona.