Inflazione da record quella che in Veneto e in provincia di Verona sta aggredendo imprese e famiglie, passando dallo 0,3% di febbraio 2021 al 6% dello stesso mese di quest’anno a livello regionale e dallo 0,0% al 6,2% nel veronese, attestando la regione in quarta posizione in tutta Italia per il maggior incremento netto su base annua pari al 5,7%. Un dato che non si registrava dal luglio del 1991. Gran parte dell’aumento dei prezzi deriva dai beni energetici che, a febbraio di quest’anno, hanno subìto un incremento regionale del 27,4% rispetto allo stesso mese dell’anno appena concluso, passando dal -0,6% del 2021 a 26,8% di oggi.
Sono questi i dati che emergono dall’analisi sulla crescita dell’inflazione, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto.
“L’aumento generalizzato e prolungato dei prezzi – commenta Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto – sta portando alla diminuzione del potere d’acquisto della popolazione, mettendo in crisi le imprese, strette tra la morsa delle tasche vuote delle persone e l’incredibile aumento dei prezzi delle materie prime’’.
Arrivando all’analisi territoriale, in provincia di Verona, la prima posizione per incremento dei prezzi si conferma quella delle voci relative ad abitazione, acqua, elettricità, gas e carburante, che hanno registrato un’impennata dei prezzi del 26,4% in un anno, passati dal -0,9% al +25,5%.
“L’inflazione è la nuova ‘pandemia economica’ alla quale si deve dare una risposta concreta ed efficace – afferma Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Imprese Verona – il rischio dei costi che stanno esplodendo si potrebbe presto tradurre in saracinesche abbassate. Non esiste una bacchetta magica, ma alcune cose si possono fare per ridurre il carico di tasse e semplificare gli adempimenti che pesano sulle spalle degli imprenditori’’.