Preso il “bidone nero” nella differenziata

I numeri di Legambiente parlano chiaro, fotografano una città ferma sotto il 50% di raccolta differenziata da più di 10 anni, Verona si aggiudica così il “bidone nero”, nonostante balzi stranamente ai primi posti come qualità della vita, classifiche che stonano se messe a confronto.

“Verona sconta l’assenza di politiche ambientali, politiche che dalle giunte Tosi con Sboarina Assessore all’Ambiente in poi sono state associate come freno allo sviluppo economico e quindi inutili”, spiega Tommaso Ferrari consigliere comunale di Traguardi, “secondo noi invece questo tipo di politiche costituiscono la vera occasione per il futuro e lo sviluppo della nostra città, cambiando il paradigma, mettendo l’ambiente al centro, si può costruire una Verona più vivibile e capace di creare sviluppo, investimenti e posti di lavoro”.
“Ma perché Verona è così ferma da questo punto di vista? Oltre ai motivi meramente di visione politica, è chiaro che esistono responsabilità di AMIA, l’azienda partecipata, che spesso viene sbandierata come un’eccellenza, ma che nella maggior parte dei casi è stata trattata dalla politica come camera di compensazioni per politici in cerca di un posto, più che un’azienda dove far emergere capacità manageriali e industriali In questo contesto, e con questa storia alle spalle, pensare all’in house di AMIA rende ancor più chiaro come la politica sia più incentrata sul controllo che sul servizio per i cittadini ”, conclude Ferrari.