Prendersi cura di chi ci ha dato la vita Tutto avviene in un meccanismo di scambio dei ruoli scolpiti nell’architettura familiare

Simone Cristicchi, cantautore, attore teatrale e scrittore, è fra i più apprezzati e originali autori dell’attuale panorama artistico italiano. Il cantante romano che ha esordito al Festival di Sanremo nel 2007 con l’emozionante “Ti regalerò una rosa”, un pezzo che toccava il tema della salute mentale e che gli valse sia la vittoria del Festival che il Premio della Critica, quest’anno al Festival della canzone italiana ha presentato un brano che a sua volta è destinato a essere ricordato per la tematica che affronta e per la sensibilità con cui viene raccontata.
“Quando sarai piccola” è una canzone struggente, ma al contempo delicata e commovente, che nasce da un drammatico episodio che ha pesantemente segnato la famiglia dell’autore. Cristicchi, aveva già parlato dell’accaduto nel suo libro autobiografico “HappyNext. Alla ricerca della felicità” (La nave di Teseo, 2021) e ora è tornato, in punta di piedi, a raccontare un tema si personale ma allo stesso tempo universale. Il suo nuovo brano che si è già aggiudicato il Premio Bigazzi per il miglior componimento e il Premio Sala Stampa in memoria di Lucio Dalla, racconta di una mamma che torna bambina, della vita che ribalta i ruoli e di come le grandi trasformazioni possano essere terapeutiche e vivificanti.
“Quando sarai piccola” nasce da una riflessione intima e profonda sul ciclo della vita.
Simone Cristicchi, insieme ai collaboratori Nicola Brunialti e la compagna Amara, racconta la trasformazione del rapporto più importante, quello con chi ci ha donato la vita. Tutto ciò avviene in un meccanismo di scambio dei ruoli saldamente scolpiti nell’architettura della famiglia. Per alcuni tale scambio avviene gradualmente, in maniera quasi silente, per altri è un vero e proprio tsunami che sconvolge in un momento le prospettive di una vita. Avere un genitore di cui occuparsi è quasi come avere un bambino piccolo da accudire, in quanto i bisogni sono importanti e continui, ma la grande differenza è che il bimbo cresce, impara ed evolve verso un’autonomia mentre l’anziano purtroppo no.
Nel figlio accudente può risuonare tenerezza ma anche impazienza e inquietudine, in quanto il prendersi cura di un genitore può essere molto impegnativo, emotivamente e oggettivamente. Il tema che affronta Cristicchi porta con sè un messaggio profondo, in quanto sposta il focus dalla fatica alla bellezza del prendersi cura delle persone che ci hanno cresciuti, e su come l’amore possa trasformarsi e adattarsi alle situazioni anche se difficili. Sottolineando che al di là di quello che “deve” essere fatto, ci sono ancora molte piccole cose da fare insieme per il piacere di farlo e per avere nuovi ricordi. Imparare a prendersi cura di chi prima si occupava di noi non è facile, e non è un una cosa che si può improvvisare dall’oggi a domani, ma può regalare ancora molto al rapporto.
E’ una sfida che i nuovi “caregiver” scissi tra casa, figli, lavoro, medici, pratiche burocratiche per l’accesso alle cure, la stanchezza, la frustrazione e la rabbia possono vincere con l’amore.

Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta