Conto alla rovescia per candidarsi alla 27° edizione del premio giornalistico nazionale “Natale Ucsi”, intitolato al giornalista veronese Giuseppe Faccincani e promosso dall’Unione Cattolica Stampa Italiana-sezione di Verona; scade, infatti, domenica il bando che vuole valorizzare, anche attraverso un riconoscimento economico, la professionalità del lavoro giornalistico impegnato a raccontare la solidarietà e i valori di civiltà, attraverso articoli stampa/web, servizi tv e radio.
L’appello all’impegno etico dei giornalisti, lanciato a supportare l’uscita del bando 2021 da Stefano Filippi, presidente Ucsi Verona, è stato rimarcato anche dall’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, delegato CET (Conferenza Episcopale del Triveneto) per le Comunicazioni sociali CET.
Nel confermare il sostegno al riconoscimento speciale “Giornalisti e Società, la professione giornalistica al servizio dell’uomo”, attribuito dalla giuria a un giornalista o iniziativa editoriale direttamente impegnati nel volontariato sociale, per l’ausilio in situazioni di emarginazione e fragilità sociale, mons. Tisi ha voluto sottolineare come «il premio Ucsi rilanci ai comunicatori l’invito a indagare la complessità e rifuggire la semplificazione. La pandemia ci ha mostrato quanto sia concreto il pericolo di un’astrazione dalla realtà per abbracciare una deriva ideologica. Dobbiamo tornare ad avere occhi aperti sulla vita delle persone e una rinnovata capacità di ascolto di quell’umanità sofferente, lasciata ai margini, senza più voce».
Anche don Bruno Cescon, presidente della giuria del premio, giornalista ed editorialista, ha voluto evidenziare l’impegno e il ruolo della professione giornalistica: «In un momento come l’attuale in cui sembra che tutte le opinioni siano vere, dobbiamo tornare a riscoprire l’etica professionale del giornalista che annovera tra i primi doveri quello di verità. È una professione che va intesa come servizio alla comunità degli uomini, perché il giornalista è spesso l’unico collegamento tra il fatto e la collettività. Solo ponendo al centro la verità della notizia si fa un servizio all’uomo, consentendo alle persone e alle comunità di prendere decisioni corrette perché documentate. Il giornalista ha una grande responsabilità verso le persone e le comunità, di cui deve sempre avere coscienza».