Pranzo della legalità e della giustizia sociale. E’ quello che si è svolto al circolo Primo Maggio di Montorio come momento di formazione sul riutilizzo sociale dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. La giornata rientrava nell’ambito del Progetto di Educazione alla Legalità e Cittadinanza consapevole e attiva promosso da: Presidio veronese di Libera, Coordinamento provinciale di Libera, Associazione Prospettiva Famiglia, Rete di scuole “Scuola e territorio: educare insieme”, Avviso Pubblico, Gruppo Radici dei Diritti dell’Università di Verona, Osservatorio civico della Legalità Verona. All’iniziativa hanno aderito tante altre realtà che concorreranno alla buona riuscita della giornata. Il programma si è aperto con la presentazione di un video in ricordo di Peppino Impastato cui ha fatto seguito l’intervento di Luisa Impastato. La nipote del giovane sicialiano di Cinisi assassinato il 9 maggio del 1978 (lo stesso giorno di Aldo Moro) ha parlato dell’impegno di Casa memoria portando l’esperienza della gestione di un bene confiscato. Alla tavola rotonda ha preso parte anche il prefetto Donato Cafagna. Nel corso della mattinata sono state ascoltata le esperienze di alcune associazioni che utilizzano i beni confiscati nel Veronese. Dopo gli interventi di saluti e programmati si svolgerà una tavola rotonda e, a seguire, gli studenti dell’Istituto Alberghiero “Berti” gestiranno il Pranzo della Legalità, organizzato utilizzando i prodotti di Libera Terra, coltivati su terreni confiscati alla mafia. Nel corso della manifestazione è rimasto attivo un banchetto per la vendita di prodotti di Libera Terra. Nel ricco menù non poteva naturalmente mancare tra le panzanelle con le friselline e le caserecce biologiche la Tavolozza Centopassi per ricordare la vicenda di Peppino Impastato narrata appunto nel film di Marco Tullio Giordana. I cento passi erano quelli che separavano la casa di Peppino Impastato da quella di Tano Badalamenti, il boss locale.