Prà, un’azienda dai vitigni autoctoni E’nata su un terreno di due ettari. Il suo obiettivo è preservare la bellezza del territorio

Questa è la storia di un’azienda vitivinicola che è nata su un terreno di due ettari, è cresciuta utilizzando, per scelta, solo vitigni autoctoni, e guarda al futuro ponendosi come obiettivo, continuamente, “la bellezza del territorio”.
Siamo a Monteforte d’Alpone e stiamo parlando dell’Azienda Agricola di Graziano Prà. Il titolare ci ha concesso questa intervista ripercorrendo assieme a noi le tappe fondamentali dello sviluppo di quest’azienda.
Quando e come è nata l’Azienda Agricola di Graziano Prà?
Provengo da una famiglia tradizionale di contadini. Mio padre Angelo venne a mancare, quando avevo solo 21 anni, lasciando a me e ai miei due fratelli maggiori, Livio e Sergio, due ettari di vigneti. Decisi di studiare enologia a Conegliano e iniziai a produrre vino in autonomia. Il 1983 è la prima annata di produzione di Soave dei fratelli Prà. Con la vendemmia 1983 nasce il primo Soave Classico dell’azienda dei Fratelli Prà.
Quale è stata la successiva importante tappa?
Nel 1988 decisi di valorizzare il vigneto di famiglia Monte Grande e di prepararne le uve con un appassimento in pianta e di vinificarlo separatamente: nasce così il nostro Cru.
La costruzione della cantina inizia nel 1990: un edificio che riflette lo stile architettonico delle strutture agricole nella campagna che circonda Monteforte d’Alpone.
Prà riceve dalla rivista enogastronomica italiana Gambero Rosso il riconoscimento dei Tre Bicchieri per il suo Soave Classico Monte Grande 2000.
Quali novità caratterizzarono la prima decade del 2000?
Nell’anno 2001 acquistammo La Morandina, vigneto a conduzione biologica, per la produzione dei vini rossi tradizionali della Valpolicella. Con la vendemmia 2006 viene prodotta la prima annata di Amarone, entrata in commercio nel 2009.Nel 2007 Livio e Sergio lasciano l’attività e io sono rimasto l’unico proprietario.
E poi?
Nel 2015 Prà entra nella selezione Wine Spectator dei 100 migliori produttori italiani con il suo vino più rappresentativo: il Monte Grande. L’azienda acquista Monte Bisson nel 2016, un colle sormontato da una torre di costruzione veneziana del ‘400, che si erge nella piana di Soave e che guarda al Castello.
Cosa è possibile trovare nei vostri vini?
La scelta produttiva aziendale è quella di utilizzare esclusivamente vitigni autoctoni.
Mi descriverebbe il vino più rappresentativo della vostra azienda?
Monte Grande Soave classico DOC – il nostro CRU. Prodotto su terreno vulcanico, è composto da 70% Garganega e 30% Trebbiano di Soave. Il Trebbiano viene vendemmiato a inizio/metà settembre. Viene effettuato il taglio del tralcio delle vigne di Garganega con la prima luna calante di settembre. Appassimento della Garganega per circa un mese in pianta, la raccolta avviene a metà ottobre. Diraspapigiatura, pressatura soffice, temperatura di fermentazione a 13°, fermentazione ed affinamento in botti grandi di Allier da 30 hl per 10 mesi.
Quali sono gli elementi che vi contraddistinguono?
Sicuramente: essenzialità e rispetto della terra. Sono i principi fondamentali della nostra azienda.
Avete in cantiere progetti?
Stiamo lavorando per la bellezza del territorio.
Quali parole utilizzerebbe per descrivere la filosofia dell’azienda?
In azienda utilizziamo sempre una frase del contadino del Kentucky Wendell Barry «… il produrre cibo è un atto gastronomico. Per essere fonte di piacere il cibo deve essere buono ma anche pulito e giusto: deve essere frutto di una agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente . Quando compriamo il cibo scegliamo anche un modello agricolo. Si tratta di una questione fondamentale che determina il futuro del pianeta o la sua sopravvivenza o la sua distruzione».

Stefania Tessari