Si chiamerà Stazione di Porta Vescovo-Università. Sarà questo molto probabilmente il nuovo nome con il quale verrà ribattezzato lo scalo ferroviario della seconda stazione cittadina che vedrà una stretta connessione con la vicina Università. La stazione infatti è fortemente utilizzata dagli studenti pendolari iscritti al nostro ateneo che conta 27 mila presenza e ogni mattina avrete fatto cas alla fila ininterrotta di ragazzi e ragazze con trolley al seguito che dalla stazione di Porta Vescovo si incamminano lungo via Cantarane per andare a lezione alla Santa Marta o al Polo Zanotto.
Per questo il progetto che Rfi sta mettendo a punto e che è stato presentato questa mattina in municipiodagli ingegneri delle Ferrovie, dalla vicesindaca Barbara Bissoli e dall’assessore alla Mobilità Tommaso Ferrari insieme con il pro rettore Roberto Giacobazzi prevederà non solo una intera riqualificazione dell’edificio e dell’area attorno, viale di accesso compreso, ma anche un percorso ciclopedonale che si dovrebbe sviluppare poi verso via Torbido, utilizzare la ciclopista esistente per far entrare gli studenti dalla antica porta, ora spesso chiusa, che consernte di accedere direttamente nel parco della Santa Marta.
Una riqualificazione, come hanno sottolineato gli assessori, indipendente dai lavori dell’Alta Velocità, i cui binari passeranno a sud della stazione ma non interesseranno i lavori dell’edificio.
I tempi. Siamo solo all’inizio. Come spiegato dall’ingner Antonello Marino responsabile investimenti di Rfi, “nel 2023 dobbiamo elaborare, con Comune, Università e Soprintendenza il progetto definitivo, poi l’inizio dei lavori lo prevediamo per i primi del 2024. Lavori che dureranno due anni, per cui saremo pronti con la nuova stazione nel 2026”. E Marino ha sottolineato l’importanza di questa stazione, ora divenuta periferica ma una volta unica e centrale per la città. “Ci dobbiamo rapportare con la Soprintendenza per conservare il patrimonio storico rappresentato dalla stazione di Porta Vescovo, che ben conosciamo”.
Per esempio, qui a Porta Vescovo arrivavano da tutta Europa le famiglie e i militari che scappavano dal fronte della prima guerra mondiale quando l’Italia era ancora non belligerante. E le associazioni benefiche e caritatevoli allestivano improvvisati campi profughi. La stazione di Porta Vescovo è stata la prima stazione ferroviaria di Verona, inaugurata nel 1847, venne molto utilizzata durante la dominazione austriaca, poiché si trovava sull’asse ferroviario passante dal Brennero, e in quanto Verona era la maggiore piazzaforte austriaca nella pianura padana. Dalla stazione passavano dunque soldati e rifornimenti militari, e vi erano le officine ferroviarie centrali del Lombardo-Veneto. Da qui nel 1943, come ricordano alcune targhe, partirono le tradotte dei soldati italiani, tra i quali molti veronesi, per la drammatica campagna di Russia dell’Armir.
Nuova sala d’attesa e più parcheggi
Qui a fianco c’erano le storiche Officine ferroviarie e durante la seconda guerra mondiale diventò un obiettivo strategico bombardato molto spesso dagli Alleati per impedire ai nazisti i collegamenti con il Brennero.
Rfi terrà conto di tutto questo recuperando non solo edificio ma anche le aree esterne. E’ prevista la riqualificazione della piazza antistante la facciata, l’estensione delle aree pedonali protette, la riiorganizzazione dei flussi per favorire la mobilità dolce, il riordino dei parcheggi a lunga sosta, la ricollocazione dei taxi e stalli di sosta breve; nuove aree per parcheggio biciclette, un percorso ciclo pedonale di connessione con l’Università, aree verdi attrezzate nell’area dell’ex scalo ferroviario. Nel fabbricato invece, oggi molto spoglio, verrà recuperata una nuova sala d’attesa da 54 metri quadrati, verranno recuperate e pulite le finiture storiche, verranno recuperati spazi per funzioni di supporto all’università “in quanto il nostro obiettivo” ha detto Marino, “è quello di garantire una attività continua delle persone nell’utilizzo degli spazi della nuova stazione”. Verranno ovviamente rifatti e adeguati i servizi igienici e rifatti i tetti.
C’è poi l’aspetto dei marciapiedi e del sottopasso. Il progetto prevede il restyling delle finiture del sottopasso e il riordino impiantistico; l’adeguamento della accessibilità delle banchine con l’innalzamento dei marciapiedi; l’inserimento di una seconda scala per ogni banchina al fine di favorire e ottimizzare i flussi degli utenti. Saranno realizzate anche nuove pensiline ferroviarie, aggiornate la segnaletica e l’illuminazione.
La sistemazione viabilistica, ha sottolineato infine l’assessore Ferrari, sarà anche l’occasione “per migliorare e riqualificare l’incrocio tra il viale della stazione di Porta Vescovo e via Torbido, incrocio che va ripensato”.
Il costo dei lavori al momento è previsto in 15 milioni di euro.