Il dossier relativo alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto banca, insieme a quello di Mps e alla più complessiva situazione bancaria, è stato il protagonista, suo malgrado, dell’incontro fra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e la commissaria UE alla concorrenza Margrethe Vestager, che si è tenuto a Bruxelles a margine della riunione dell’Ecofin. Per Vicenza e Montebelluna le variabili in gioco sono oltre al raggiungimento degli obiettivi di adesione all’offerta pubblica di transazione per gli azionisti, l’esame della Bce per capire se dopo la copertura delle perdite, da effettuare con il patrimonio privato, i due istituti rispetteranno i ratios necessari a proseguire l’attività. Per ottenere il via libera della commissione e accedere alla ricapitalizzazione precauzionale, infatti, occorre essere considerati “solvibili”. Se sarà superato anche questo test, bisognerà capire poi in che modo i capitali di Atlante e quelli del Tesoro potranno cooperare a un’eventuale ricapitalizzazione pubblico-privata. E dopo l’incontro a Bruxelles, Padoan ha commentato: «E’ andato molto bene. Continuiamo a lavorare nei dettagli tecnici, su come applicare in pratica la misura di ricapitalizzazione precauzionale che il governo ha lanciato e che deve essere ovviamente utilizzata in base a regole europee molto chiare», ha spiegato. Quanto alle banche venete, «hanno fatto la richiesta ufficiale di utilizzo della ricapitalizzazione precauzionale: adesso sta innanzitutto alla Banca centrale europea decidere la sostenibilità delle banche, poi si passerà al dialogo con la commissione». Ricordiamo che la scadenza per le adesioni all’offerta di pace è fissata per oggi 23, ma con ogni probabilità i tempi saranno allungati fino a sabato 25 marzo, o addirittura come scrive il Sole 24 Ore fino a lunedì 27, giorno che precede il consiglio di amministrazione convocato per martedì 28, proprio per fare il punto finale sui dati. Bisogna raggiungere perlomeno il 70-75% delle adesioni.