L’ultimo recente incontro dell’assessore Federico Benini con l’impresa che sta lavorando su Ponte Nuovo “è andato bene, tutto bene”.
Soprattutto c’è stata la conferma dei tempi per questo ponte dei sospiri o ponte di penelope, chiuso ormai da tre inverni per lavori di ristrutturazione che stanno durando un’eternità e coinvolgono anche il Genio civile, le piene dell’Adige, il Politecnico di Milano per la nuova illuminazione e i commercianti che protestano.
Ma dall’incontro è emersa una conferma: la corsia dal centro a Veronetta, sul lato a monte, sarà aperta finalmente quest’estate tra luglio e agosto.
Per la riapertura totale, definitiva, a fine lavori si dovrà attende invece ancora un anno, a metà 2025 come si era capito anche nella recente commissione consiliare dedicata al calvario di Ponte Nuovo, il ponte più rifatto della città: questa è la quattordicesima della sua travagliata storia.
Del resto i ritardi si sono accumulati con un particolare accanimento: dalla bonifica per residuati bellici alle prescrizioni del Genio civile, dalle piene dell’Adige che hanno seidistrutto il cantiere, alla necessità di un nuovo impalcato mobile in caso di piene (con una spesa 25 mila euro ogni volta che verrà alzato), la rimozione dei tronchi portati dal fiume e via così.
Al Comune tutti questi ritardi sono già costati 750 mila euro in più. Una serie di disagi che si sono aggiunti a quelli già patiti da residenti e commercianti penalizzati dal mancato collegamento con Veronetta: per gli uni la mancata clientela, per gli altri un traffico a volte congestionato e una viabilità a ostacoli.
Ma la riapertura di una corsia significa ripristinare finalmente il collegamento tra il centro storico e il quartiere di Veronetta, pre-condizione indispensabile se si vuole, come è nei programmi dell’amministrazione e di Amt3, procedere a fine anno alla chiusura di via XX Settembre e via San Paolo.
Filobus e fognature, via XX Settembre ko
Una chiusura, quella di via XX Settembre, asse forte per l’ingresso e l’uscita dalla città, già annunciata dalla Cronaca di Verona nelle scorse settimane e che viene ritenuta necessaria per i lavori preparatori per il filobus che da lì dovrà passare
. Contemporaneamente, Acque Veronesi interverrà su via XX Settembre con gli scavi per rifare le fognature e gli scoli dell’acqua, tubature vecchie e inadeguate rispetto ai carichi di pioggia notevolmente aumentati per il cambiamento climatico. Motivo per cui Veronetta con le bombe d’acqua finisce allagata.
La chiusura di via XX Settembre sarà un altro tormentone dei prossimi mesi. perché lo stop al traffico in questa strada di grande passaggio potrebbe durare un anno.
E quindi? E quindi tutto il traffico dovrebbe essere deviato su via Torbido che in certe ore del giorno è già congestionata.
Altro traffico diretto a Veronetta dovrà passare appunto da Ponte Nuovo riaperto almeno in una corsia.
Ma da via XX Settembre transitano centinaia di autobus al giorno: questi dovranno utilizzare via Torbido dove dovranno essere studiate e ricavate nuove fermate per i bus di linea urbani ed extraurbani. Per Atv potrebbe essere un contraccolpo: la capacità di raccolta di passeggeri in via Torbido sarà sicuramente inferiore rispetto a quanto si riesce a raccogliere ora passando in via XX Settembre. Insomma, una situazione straordinaria che già ora richiede un’attenta programmazione perché i disagi saranno inevitabili. In attesa che a giugno, come promesso, riapra il sottopasso unificato di via Città di Nimes che consentirebbe di tornare a una circolazione stradale più scorrevole. Almeno questo cantiere, in ritardo di almeno due mesi (doveva riaprire prima di Vinitaly) , si spera che chiuda nei (nuovi) tempi previsti.