Il Ponte di Penelope, vale a dire Ponte Nuovo con un cantiere che sfiora i tre anni, sarà ancora un calvario. Lo si è capito durante la riunione della commissione consiliare quarta presieduta da Trincanato e richiesta da Patrizia Bisinella: mesi di ritardo per problemi burocratici, per la verifica di ordigni bellici, per verifica di reperti archeologici, per la piena dell’Adige e così via. “Senza queste emergenze, avremmo già completato il ponte da quattro mesi” ha detto l’assessore Federico Benini.
Il punto è che se a giugno-luglio aprirà una corsia alle auto verso Veronetta, la fase due con la sistemazione del lato a valle è ancora una incognita.
Il fatto è che ora in vista dell’estate il Genio civile ha concesso la installazione di una passerella lungo tutte le tre campate del ponte al fine di consentire agli operai di lavorare con continuità. Il punto è che il Genio civile, secondo quanto riferito dall’assessore in commissione, non consente la passerella dopo l’estate per il pericolo delle piene autunnali che potrebbero fare nuovi danni come nell’ottobre-novembre scorso.
E la soluzione proposta dal Genio è di sostituire la passerella attuale con una passerella limitata a una campata e con ponteggio mobile da alzare con i motori ogni volta che ci sia una piena importante del fiume.
Un aumento di costi consistente come hanno spiegato i tecnici: ogni volta che il ponte mobile dovesse essere alzato e abbassato ci sarebbe un costo di 25 mila euro.
Teniamo presente che finora i maggiori costi per il Comune per questo cantiere sono di 750 mila euro ma il Comune ha chiesto alla Regione un risarcimento per lo stato di calamità pari a 568 mila euro.
L’ex sindaco Sboarina ha contestato la ricostruzione dei tempi: “Le verifiche hanno comportato una sospensione di lavori di qualche settimana, non di mesi e in parallelo si continuava a lavorare. Il lavoro doveva concludere a fine 2023, il ritardo non è dovuto alle verifiche fatte durante la nostra amministrazione”.
Il punto è che per la fase due, non c’è un calendario preciso.
Benini infatti ha precisato: “Non voglio dare date certe, sicuramente l’apertura definitiva andrà a finire nel 2025. Ci sono tempistiche lunghe questa estate per spostare il cantiere da monte a valle con tutti i ponteggi e l’installazione di quello mobile. La cosa importante è che per luglio la parte a monte sarà completata e passeranno le auto su una corsia verso Veronetta. I lavori sul lato a valle porteranno altri mesi di lavori e arriveremo nel primo semestre 2025”.
In ogni caso, il ritardo finora è di 8 mesi. E non è finita.
“Dare subito i ristori per attività chiuse”
La situazione, insomma, è ancora lontana da una conclusione soddisfacente come rimarca la consigliera Bisinella (Fare!): “750mila euro di spesa in più e più di un anno e mezzo di ritardo. Oltre a un costo di 25mila euro per ogni evento di piena del fiume imponente come quello dello scorso ottobre. Questo in sintesi quanto emerso durante la Commissione Consiliare richiesta per fare luce sui ritardi del cantiere infinito di Ponte Nuovo. Comprendo perfettamente gli imprevisti burocratici incontrati durante la gestione del cantiere relativi al ritrovamento o meno di ordigni bellici e di reperti archeologici– afferma Bisinella – e le difficoltà riscontrate dopo la piena, peraltro prevedibilissima, dello scorso ottobre. Però ad oggi ci troviamo con un’opera che ha danneggiato profondamente l’economia e la vivibilità di un’intera zona della città, da sempre strategica, e di fatto ancora più colpita anche dalle chiusure derivanti dai cantieri del filobus, e della quale non possiamo ancora sapere la fine precisa. Parliamo di quasi un milione di euro di spese aggiuntive, oltre alla previsione di un ponteggio meccanico che arriva a comportare un costo a carico dei cittadini veronesi di 25mila euro per ogni utilizzo in caso di piena del fiume”. “Apprezziamo la buona volontà dall’Amministrazione per fare chiarezza sui lavori, ma in questa fase non basta -conclude Bisinella-. C’è bisogno di date certe di apertura definitiva di Ponte Nuovo e di supporto economico reale a chi sta subendo un danno costante per la chiusura che si protrae ormai da quasi tre anni. L’apertura per le auto a luglio è certamente una buona notizia, ma da subito servono ristori certi per i danneggiati e date certe di riapertura definitiva.”