Ha quasi 70 anni, sta diventando un pezzo da museo e da tutelare, ma è uno dei punti nevralgici della circolazione stradale della Lessinia: stiamo parlando del ponte dalle Gambelonghe, come si dice nella zona, quello che collega Cerro con Roverè scavalcando una profondissima forra (da qui la lunghezza dei pilastri di sostegno, appunto le gambelonghe) e che da tempo è in degrado e necessita di lavori. Dal 2017 c’è il senso unico alternato, passano solo le auto, una alla volta, non sono consentiti carichi eccessivi.
Da qui, oltre al quotidiano traffico della zona, passano nel fine settimana i tantissimi escursionisti diretti in Lessinia per raggiungere Camposilvano, la Valle delle sfingi e anche San Giorgio senza passare da Bosco Chiesanuova.
E in molti si chiedono quando questo ponte verrà sistemato. La Cronaca di Verona ha chiesto alla Probvincia, competente per i lavori stradali, a che punto è la situazione.
“Il procedimento per il restauro del Ponte Gambelonghe sulla Sp 15 tra Cerro e Roverè è in pieno itinere”, dicono i tecnici della Provincia.
“Allo stato attuale si sta tenendo la conferenza di servizi con gli enti interessati. Sono state richieste delle integrazioni. Entro il mese, forse prima, avremo concluso la conferenza. Salvo imprevisti, a cavallo tra la fine di quest’anno e il prossimo andremo in gara di appalto per i lavori, con inizio dei cantieri nel 2025”.
“Si è scelto l’adeguamento, perché è tecnicamente possibile e prevede meno imprevisti di demolire il ponte e costruirne uno nuovo. La cifra è una di quelle più importanti investite per un ponte dalla Provincia di Verona in questi ultimi anni: 4,2 mln. I fondi sono già a bilancio”, sottolinea il presidente Flavio Pasini.
L’intervento, spiegano ancora i tecnici, prevede di rifare internamente le spalle (lasciando il “guscio” delle vecchie), le due pile (in condizioni discrete e abbastanza facilmente recuperabili) e i 4 archi più ammalorati, pure ben recuperabili. L’impalcato invece deve essere smantellato e rifatto con travi d’acciaio e soletta in calcestruzzo armato.
Un cantiere che dovrà aprire in una zona molto impervia.
“A rendere più difficile l’intervento è il terreno accidentato (forra) che richiede importanti ponteggi appesi al ponte. Per quanto riguarda lo stato attuale – proseguono i tecnici- , abbiamo verificato con le ultime complesse indagini necessarie a predisporre il progetto, che le limitazioni poste in passato, sebbene con dati minori rispetto a quelli che abbiamo oggi, vanno assolutamente rispettate”.
Infatti “lo stato attuale del ponte comporta una resistenza dei carichi ridotta, per cui è necessario mantenere la riduzione del traffico a una corsia con una distanza di 50 metri tra i veicoli e il limite di tonnellaggio per i mezzi pesanti”.