Le piogge e la grandine che hanno connotato l’estate 2023 in Veneto non sono state favorevoli per la coltivazione del pomodoro da industria, anche se il caldo di agosto ha permesso un recupero limitando le perdite di prodotto. Tuttavia, il maggior prezzo riconosciuto agli agricoltori grazie all’accordo con l’industria siglato nel maggio scorso, pari a 150 euro a tonnellata, compenserà i mancati guadagni, anche se bisognerà attendere la fine campagna a metà settembre per tracciare un conteggio definitivo.
“La campagna quest’anno è partita male, perché è piovuto molto e alcune coltivazioni sono state danneggiate dalla grandine – sottolinea Marco Giavoni, della sezione di prodotto Pomodoro da industria e orticole di Confagricoltura Verona, che conduce l’azienda agricola familiare La Colombarola a Nogarole Rocca (73 ettari tra riso, soia, frumento, orzo, barbabietole e pomodori da industria) -. Per fortuna il caldo di agosto e le settimane siccitose hanno consentito un recupero e un terreno ottimale per la raccolta. Manca all’appello un po’ di quantità, ma la qualità è buona: ci sono pochissimi scarti e pomodori verdi. Chi è stato colpito dalla tempesta ha riportato perdite pesanti, ma c’è anche chi sta facendo un’ottima raccolta. La mia azienda, ad esempio, ha preso in pieno due bombe d’acqua e una grandinata: perciò gli ammanchi ammontano a circa il 20%. Ma ormai dobbiamo abituarci al fatto che siamo diventati un Paese tropicale, con tanto caldo e piogge forti e abbondanti. Una situazione che il pomodoro non ama, dato che predilige il caldo e l’asciutto”.
Quest’anno da parte dell’industria la richiesta è alta, anche in conseguenza della mancanza di prodotto sul mercato dovuta all’alluvione in Romagna. E il Veronese sta investendo molto nella coltura, dato che, secondo i dati di Veneto Agricoltura 2022, conferma la leadership in Veneto con circa 1.100 ettari su 1.760 regionali (+14%), seguita da Rovigo (370 ettari, – 26%) e Venezia (200 ettari, + 25%).
“Il pomodoro è una coltivazione difficile, perché molto costosa, ma dà soddisfazione – conferma Marco Giavoni -. In questo momento in cui è difficile sapere cosa seminare, tanti si buttano sul pomodoro confidando su buoni risultati. Nel settore dei cereali, dal mais all’orzo, i prezzi sono crollati, mentre per il pomodoro da industria ci vengono riconosciuti 150 euro a tonnellata. Un aumento consistente, rispetto alle quotazioni dell’anno scorso, anche se l’aumento dei costi di produzione tra energia, concimi, fitofarmaci e imballaggi impedisce di avere una grande marginalità”.