Poliziotti arrestati, bocche cucite. Gli interrogatori davanti al giudice per le indagini preliminari In 4 si avvalgono della facoltà di non rispondere. Solo uno parla: sono stato provocato

Solo uno dei cinque poliziotti arrestati a Verona per presunte torture ha parlato, nel corso degli interrogatori di garanzia davanti al Gip Livia Magri. Si tratta di Roberto Da Rold, il quale ha sostenuto di aver reagito a una ‘provocazione’ della persona fermata. Gli altri agenti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere; per Federico Tomaselli, difeso dagli avvocati Stefano Casali e Michele Masso, è stata preannunciata una memoria difensiva. Oltre ai cinque interrogati in mattinata, il Gip sentirà di seguito anche gli altri 17 agenti indagati, per i quali i magistrati avevano chiesto l’emissione di provvedimenti disciplinari. Attualmente i cinque agenti si trovano tutti ai domiciliari: vengono loro contestati sette episodi di violenza compiuti tra luglio del 2022 e marzo di quest’anno, ai danni di persone sottoposte, a vario titolo, alla loro custodia. Intanto un pool di psicologi è stato chiamato in questura per un supporto ai colleghi. Il questore Roberto Massucci non si è limitato ad inviare una lettera a tutti i colleghi nella quale invita “ad essere sempre attenti ai colleghi in difficoltà, ma soprattutto nel dimostrare con l’impegno quotidiano, la consapevolezza del ruolo e il senso del dovere, il valore non scalfibile dell’essere poliziotti”, ma ha messo al lavoro un pool di psicologi, impegnati a supportare i poliziotti in servizio alle Volanti ma anche tutto il resto del personale.