C’è qualcosa che non torna in questi giorni strani, in cui l’Italia, non solo politica, si scopre unita nel ricordo di David Sassoli. Mai, a memoria, si ricorda una simile ondata di dolore, commozione, ricordi, valori. Un’eredità che va difesa, valorizzata. Un messaggio che vale una speranza, per una politica (e un giornalismo) che devono, per forza, essere diversi. Più veri. Più umani. Più forti.
C’è qualcosa che non torna, dicevamo. Da una parte questo mare di parole delicate, per onorare la memoria di un uomo di valore, che lasciato segnali di garbo, educazione, fermezza, coraggio.
Dall’altra, lo strano valzer dei nomi, dei pareri, delle opinioni, su un evento che ci riguarda da vicino, l’elezione del Presidente della Repubblica. Perchè, il modo migliore per ricordare davvero David Sassoli, è quello di essere (diventare?) politici seri, onesti, coerenti, rispettosi. Della verità, dei valori. E allora, diciamolo, suona strano che ancora oggi, il capo politico di uno dei grandi partiti, cioè la Lega, indichi in Silvio Berlusconi l’uomo al quale guardare per il Quirinale.
Non può essere questa la strada e, probabilmente, è proprio lo stesso Salvini (e gli altri che manifestano lo stesso parere) a saperlo.
No, non è questa l’eredità che David Sassoli ha lasciato. Non è questa la politica seria. Questa è, semmai, opportunismo politico. E’ un gioco che non porta da nessuna parte e di cui la gente comune, la stessa che ora commossa, rende omaggio a Sassoli, è francamente stanca.
L’elezione del Presidente della Repubblica è un passaggio troppo importante nella storia di un Popolo, per affrontarlo ancora con mezzi e strategie che sanno di muffa. “Dico Berlusconi, anche se so che non sarebbe il candidato ideale. Per paura, convenienza, opportunismo”.
No, così non funziona, nè è quello che la gente vorrebbe sentire. Perchè, anche questo va detto, c’è un uomo attorno al quale l’Italia, anche politica, s’è ritrovata in uno dei momenti peggiori della storia degli ultimi anni. Ritrovando credibilità, compattezza, forza, anche a livello europeo e mondiale. Sul piano politico ed economico. Quell’uomo è Mario Draghi. E allora, una politica seria di questo deve tener conto, senza correr dietro alle manie di protagonismo di un uomo che (sia chiaro, senza giudizi o pregiudizi), appartiene al passato, cioè Silvio Berlusconi.
Nè può diventare un ostacolo la sua carica di Presidente del Consiglio. Un alibi dietro al quale molti preferiscono oggi nascondersi. “Lo fa così bene che deve restare al suo posto”.
No, non è così che funziona. Non è questo che la gente vuole sentire da un politico serio. Onesto. Credibile. Che ha a cuore le sorti del suo Paese, non i piccoli interessi di bottega. O le questioni personali. Di partito. Di corrente. Di coalizione. Non è questo neppure quello che David Sassoli ha difeso, inseguito, indicato nel suo lungo percorso di persona per bene.
Se davvero vogliamo costruire un modo diverso di vivere la politica, c’è una grande occasione, tra pochi giorni. Non buttiamola via. (R.Tom.)