Il 2020 è stato un anno particolarmente impegnativo anche per la Polizia Ferroviaria, protagonista in prima linea a far rispettare anche in ambito ferroviario, gli obblighi ed i divieti imposti dalla legislazione di emergenza per far fronte al contenimento della diffusione della pandemia virale.
I controlli sono stati improntati sempre al rigore ma, al contempo, al buon senso, con lo scopo di evitare assembramenti, nel rispetto delle normative sul distanziamento sociale, facendo osservare l’obbligatorietà dell’utilizzo delle mascherine nelle stazioni e a bordo dei convogli.
Allo stesso tempo è stata garantita la normale attività di polizia: sono infatti più di 87.000 le persone controllate dal personale del Compartimento di Polizia Ferroviaria per Verona ed il Trentino Alto Adige, presente con i propri uffici operativi sulla rete ferroviaria del Trentino Alto Adige e del Veneto occidentale con le province di Verona e Vicenza. Sono stati intensificati i servizi istituzionali con l’impiego di circa 11.800 pattuglie nelle stazioni e 572 a bordo treno e provvedendo a presenziare circa 1.200 treni; 850 sono stati i servizi antiborseggio svolti in abiti civili per contrastare, in particolare, i furti in danno dei viaggiatori.
Particolarmente efficace si è dimostrata l’applicazione per gli “smartphone” in uso alle pattuglie che ha permesso al personale della Polizia Ferroviaria di effettuare autonomamente un maggior numero di controlli anche grazie alla funzione di lettura ottica dei documenti elettronici.
All’attività di prevenzione si aggiunge quella di contrasto ai reati con 26 arresti, oltre alla denuncia di 469 persone, il sequestro di oltre 2,5 kg di sostanza stupefacente. Nel corso dell’anno sono stati 25 i minori scomparsi rintracciati.
Nello stesso periodo è stata attenta l’opera di prevenzione e repressione volta a contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Complessivamente sono stati 108 i cittadini stranieri irregolari condotti negli Uffici Immigrazione delle Questure competenti.