Non ce la sentiamo, a differenza di altri, di puntare il dito contro l’assessore alla Sicurezza Daniele Polato, il quale è finito nel mirino della Sinistra e di Flavio Tosi per il filmato (pare girato dal consigliere Nicolò Sesso di “Battiti”, il partito di Sboarina) che lo riprende mentre in piazza Bra si intrattiene con un signore della Tanzania, Iddi, visibilmente poco lucido ma che non stava facendo male a una mosca (anche perché probabilmente non sarebbe stato nelle condizioni di farlo). Polato e Iddi si conoscono. Del ragazzone africano girano da tempo via WhatsApp video poco oxfordiani nei contenuti (sconsigliamo la visione ai cattolici praticanti) per i quali purtroppo visto i tempi che corrono è divenuto una piccola star. Polato si stava sincerando delle sue condizioni e si è premurato anche che l’interlocutore non prendesse la bicicletta, mezzo che quasi certamente non sarebbe stato in grado di padroneggiare. Per gli accusatori dell’assessore il misfatto è il seguente. Polato a un certo punto dice al suo singolare interlocutore: “Te si nero, voleito laoràr in bianco?”. Il tono è scherzoso, si tratta evidentemente di una battuta. Altro che razzismo! Ma ecco che si scatena il finimondo: il filmato fa il giro degli smartphone, finisce all’Huffington Post e Verona balza ancora una volta, per un’autentica cazzata, al centro dell’attenzione. Polato non ha fatto nulla di male, o comunque non è su questo che va giudicato l’operato di un amministratore, e fa bene a non dare peso all’accaduto. Piuttosto dovrebbe capire chi, tra gli amici, ha tentato di sputtanarlo facendo circolare il video (peraltro che bisogno c’era di farlo?) e gonfiando un caso inesistente. Che si tratti di una manovra politica non ci sono dubbi. “Se era soltanto una conversazione goliardica con un vecchio amico, perché filmarla mettendo alla berlina un uomo in quelle condizioni?” affermano in una nota il segretario cittadino del Pd Luigi Ugoli e il consigliere comunale Dem Federico Benini. Non è certo la prima volta da quando si è insediata l’attuale amministrazione che gli esponenti di Palazzo si pongono nella condizione di essere attaccati e che la gestione mediatica di questi casi (mozioni contro l’aborto e saluti romani vari) viene sottovalutata. Nell’epoca della comunicazione globale non ci sembra una cosa di poco conto. La maggioranza, in assenza di un’opposizione, i problemi se li sta creando da sola. E a Roma, per questo, i vertici della Lega non stanno facendo i salti di gioia.