Come può l’imprenditore tutelare il proprio patrimonio personale e al tempo stesso assicurare la continuità aziendale? Per salvare la propria eredità può intraprendere azioni efficaci e garantire, attraverso ad esempio il patto di famiglia, la prosecuzione della vita dell’impresa e il passaggio generazionale. «Strumenti a disposizione oggi ce ne sono, basta conoscerli e applicarli», ha sottolineato l’avvocato Pierluigi Fadel, relatore al convegno Responsabilità societaria: il patrimonio personale è sempre aggredibile? L’incontro, promosso da Apindustria Confimi Verona nella sede di via Albere, è servito a chiarire i dubbi su tematiche vissute dagli imprenditori, offrendo esempi concreti con un taglio di applicazione pratico. Secondo i dati dell’edizione 2016 dell’Osservatorio Aub – promosso da Aidaf (l’Associazione italiana delle aziende familiari) con cattedra Aidaf-Ey di strategia delle aziende familiari dell’università Bocconi, UniCredit e Camera di Commercio di Milano – nel tessuto imprenditoriale italiano alla guida di una impresa familiare su quattro il leader è ultra settantenne; in una azienda su cinque si prevede un passaggio generazionale entro il prossimo quinquennio. La questione ha in sé dei risvolti di criticità che riguardano non soltanto il trasferimento delle competenze, ma il passaggio agli eredi di quote e capitale. Le percentuali messe in evidenza da Aidaf rivelano che in Italia soltanto il 30% delle aziende familiari sopravvive al fondatore e appena il 13% riesce ad arrivare alla terza generazione. Servono insomma dei punti di riferimento. E in tal senso il patto di famiglia, ha chiarito l’avvocato all’incontro formativo, «è un istituto giuridico relativamente nuovo, ma ancora poco utilizzato sebbene estremamente interessante». Si tratta di un “vademecum” per gestire senza problemi alcuni aspetti del passaggio generazionale all’interno delle piccole medie imprese di natura familiare: «Regola infatti il trapasso dall’imprenditore padre al figlio che vuole proseguire l’attività imprenditoriale, aprendo la strada della successione senza che altri eredi possano mettere in atto eventuali rivendicazioni». Il vantaggio dello scegliere il patto di famiglia, ha precisato ancora Fadel, «è nel prevenire le possibili contestazioni che tra i chiamati all’eredità spesso insorgono laddove il testatore in vita abbia effettuato donazioni in favore dei legittimari, ad esempio un figlio rispetto all’altro». Come strumento detta le regole di domani, senza la necessità che si apra una pratica di successione: «Rappresenta dunque, sia per convenienza imprenditoriale che per sicurezza nei rapporti familiari, un risultato eccellente – ha concluso –. Anche in termini di agevolazioni fiscali».