Quattordici giorni in più dello scorso anno. Il 2020 è stato un pessimo anno per l’inquinamento da polveri sottili. Il dato rappresentativo di Verona è quello fornito dalla stazione Arpav in Borgo Milano. Ebbene i numeri sono eloquenti, l’anno appena concluso ha registrato 73 giorni in cui il Pm10 ha superato il limite di legge, contro i 59 del 2019 e i 44 del 2018. Purtroppo ben 44 sforamenti sono avvenuti prima del lockdown totale, che di fatto è stato ininfluente, perché ormai le condizioni atmosferiche non erano più favorevoli all’accumulo in aria delle micropolveri. Va ricordato che per legge i giorni di superamento non possono essere più di 35 in un anno e a Verona questo limite è stato superato consecutivamente da 19 anni, con conseguenze gravissime per la nostra salute: in Italia sono circa 60.000 le morti premature ogni anno.
“Saremmo ben felici -ha detto Michele Bertucco, consigliere di Verona e sinistra in Comune- di sbagliarci sullo slittamento ad autunno del blocco degli Euro 4 diesel, ribadito solo pochi giorni fa. Infatti lo slittamento non è cosa da poco: un’auto a gasolio Euro 4 inquina quanto 7 diesel più recenti o 20 auto a benzina. La pandemia da Covid non è una buona ragione per allentare la guardia sull’inquinamento. Il provvedimento di contrasto allo smog sarebbe dovuto scattare fin dall’ottobre scorso, come previsto dall’accordo delle Regioni padane, vietando la circolazione degli Euro 4 anche “col semaforo verde”. Invece, prima fu posticipato al 10 gennaio 2021 e ora sembra più che probabile che slitti ad autunno. Tuttavia non c’è nessun motivo – né di ordine scientifico, né di ordine sociale, per sostenere che siccome c’è la pandemia allora può essere possibile inquinare di più”.