La pizza è buonissima. La “genio e sregolatezza”, ancora di più. Lui è Domenico Morfeo, sì, proprio lui, uno dei tanti “fuoriclasse incompiuti” del nostro calcio. “Unio dei più forti giocatori che io abbia mai allenato” ricorda spesso Cesare Prandelli. Morfeo ex calciatore di Parma, Atalanta, Verona e Inter oggi non vive più di calcio. S’è fermato a Parma, la sua ultima squadra e lì, gestisce, insieme alla famiglia, il ristorante/pizzeria Dolce Vita.
IL DOPOCALCIO. Quando si spengono le luci, non è mai facile scegliere. C’è chi resta aggrappato ad ogni costo al mondo del calcio, chi vive di frustrazioni, chi non riesce a trovare uno spazio e si trascina, magari, tra un esonero e un “no” sbattuto in faccia. Morfeo ha deciso di aprire il Dolce Vita, di voltare pagina, del tutto. “Mai pensato di far l’allenatore, di restare in quel mondo. Non sono il tipo giusto per farlo”. Ecco allora la nuova versione, il Morfeo.2
NIENTE RIMPIANTI. Il “Dolce Vita” funziona bene, la sua presenza è garanzia di qualità, come quando giocava. Una finta, un’invenzione, un dribbling, il calcio come spettacolo, anche se a volte (spesso?) l’ha tradito il carattere. “Forse è così, può essere. Di sicuro, nel calcio di oggi vedo tanti muscoli, ma poca classe. Corrono molto, ma quando devono fare un cross,, un lancio, un dribbling… “. Non ha rimpianti. Il “nuovo” Morfeo è un’altra storia. E forse, la sua storia di “fuoriclasse incompiuto” sul campo, lo aiuta al “Dolce Vita”. A pensarci bene, il nome non dev’essere casuale…