Pittura, vibrazione e segno. 60 anni di ordinata casualità La nuova mostra virtuale di FerrarinArte

L’arte continua a vivere nel territorio veronese attraverso una nuova iniziativa sul web. Si tratta di “Pittura, vibrazione e segno. 60 anni di ordinata casualità”, una mostra dedicata all’artista fiorentino Paolo Masi (1933).
L’iniziativa consiste in una completa visita virtuale dell’esposizione allestita presso la galleria FerrarinArte di Legnago (VR), disponibile sul sito dell’ente fino al prossimo 14 giugno. Nasce in corrispondenza dei 60 anni dalla prima mostra personale dell’artista, avvenuta presso la Strozzina di Firenze.
Una rassegna su Masi, curata da Matteo Galbiati, era già stata inaugurata al Palazzo del Monferrato di Alessandria lo scorso 8 febbraio. Si è dovuto, però, in poco tempo chiuderla al pubblico a causa dell’emergenza coronavirus. Il progetto aveva visto partecipare anche la stessa FerrarinArte, assieme alla Kromya Art Gallery di Lugano (Svizzera). La galleria di Legnago lo ha poi ripreso, integrandolo e ampliandolo con l’aiuto dello stesso Galbiati.
Ne è uscito un lavoro che ha tentato di rendere il contesto virtuale il più accessibile possibile. Infatti, il visitatore ha una grande libertà d’interazione con l’ambiente. E’ in grado di muoversi lungo lo spazio espositivo e fermarsi a proprio piacimento. Ha inoltre la possibilità di vedere meglio opere e targhette, grazie ad una loro versione a pieno schermo, semplicemente cliccando su di esse. Si è anche in grado di sfogliare il catalogo stesso della mostra, sempre selezionandolo.
L’esposizione si divide in due stanze. La prima contiene una selezione di opere appartenenti alla carriera più recente di Masi, quella che va dagli anni 90 in poi. La seconda invece presenta anche lavori risalenti ai decenni precedenti, arrivando fino agli inizi degli anni 70.
Si nota dunque che, pur essendo una mostra antologica, non viene seguito un ordine cronologico. Come spiegato dallo stesso Galbiati “è stato lasciato prevalere il segno e il senso, il peso della pittura del maestro”.
Una scelta, questa, che si accorda perfettamente con il tipo di opere create da Masi. L’artista, infatti, si può identificare come esponente della Pittura analitica. Si tratta di una corrente sviluppatasi durante gli anni 70 del secolo scorso, il cui interesse fondamentale era quello di cercare di analizzare la pratica pittorica in quanto tale. Le opere nate da ciò sono un vero e proprio studio dell’atto pittorico e degli elementi materiali che lo caratterizzano.
Questa aspetto si osserva chiaramente nei lavori esposti. In essi si vede perfettamente come Masi usi diversi materiali come supporto della sue opere. Si destreggia, infatti, tra cartone, tela, carta o perfino plexiglas. Inoltre, si nota come l’artista esplori diverse tecniche pittoriche e i contrasti tra diversi colori e tra vuoto e pieno. Infine, si può osservare come spesso egli abbia giocato con vari materiali, tramature e usi del segno.
Tutto ciò crea un complesso di opere eterogeneo. L’esposizione, tuttavia, riesce a far raccordare tale variegato insieme alla perfezione. Questo avviene sicuramente grazie ad intelligenti scelte per quanto riguarda il posizionamento dei pezzi e ogni altro aspetto dell’allestimento.