Questione di ore. Al massimo di un giorno. Poi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte emanerà il nuovo dpcm. Tra i temi centrali ulteriori restrizioni alle attività lavorative (in discussione la chiusura totale di bar e ristoranti), la mobilità tra regioni e la scuola. Nella notte c’è stato un serrato confronto tra i governatori e l’esecutivo. Per il momento nulla di fatto. Le parti sono rimaste sulle proprie posizioni. Luca Zaia, nel corso della conferenza stampa quotidiana, è stato chiaro: “In questo momento non ci sono assolutamente le condizioni per un nuovo lockdown stile marzo”. “Siamo pronti ad applicare le restrizioni che verranno decise a livello centrale, ma non per le attività produttive. Comunque, fino a questo momento, ci sono state proposte minimali, non si è parlato di protocolli da adottare”. E ancora, Zaia: “Mi sembra di capire che a Roma aspettano la discussione in parlamento, poi prima di notte ci sarà una nuova convocazione di Comuni, Province e Regioni, dopodiché cercheremo di capire quale sarà la proposta del governo”. Il governatore ha affermato che il modello matematico della Regione segnala il picco della seconda ondata a metà novembre, dopodiché dovrebbe cominciare la discesa dei contagi. “Più ci avvicineremo alla data”, ha tenuto a precisare, “e più la previsione sarà attendibile. Al momento il modello ci dice questo. Vedrmo quale sarà la situazione tra un paio di settimane. Dobbiamo iniziare a ragionare sul fatto che tutte queste pandemie hanno un esordio, una fase di crescita, il picco e poi la fase di decrescita. La storia ci insegna che la seconda ondata dura 80-90 giorni, pensiamo all’Influenza Spagnola”. Zaia è poi tornato sulla discussione in corso col governo. “La riunione di oggi è stata molto interlocutoria. Il governo ci ha abituato ai dpcm, alla luce di tutto questo, le misure che vanno oltre i confini regionali devono essere prese a livello nazionale. Ad esempio sulle scuole, le Regioni hanno chiesto che, qualora ci fosse un provvedimento di chiusura delle scuole, il congedo parentale sia portato al 100% e che sia riconosciuto un bonus baby sitter”. Capitolo coprifuoco. “Non c’è stata una proposta sugli orari. Sicuramente hanno parlato di blocco, ma nessuno ha parlato di orari. Le 21? Lo sento da voi. Le Regioni si aspettano che, se ci sono proposte tipo questa, vengano formalizzate. E per ora non sono arrivate”. Intanto il segretario provinciale dei medici di base di Paddova, Domenico Crisarà, ha commentato l’ordinanza regionale che rende obbligatorio per i medici di base l’esecuzione di tamponi, con sanzioni a chi non aderisce. “I medici non possono essere trattati come renitenti alla leva. Pur esprimendo stima nei confronti di Zaia per “la sua completa dedizione a portare fuori da questa tempesta sanitaria ed economica la regione”, Crisarà ha ricordato che su base volontaria “circa 700 colleghi hanno eseguito in circa due settimane più di 2.000 tamponi”. Zaia ha tenuto a precisare che non v’è alcuno scontro e che finora la collaborazione tra le parti è stata proficua.
Home La Cronaca di Verona “Picco atteso per metà novembre”. Preoccupazione per il nuovo DPCM. Basta scelte...