”Il coronavirus non conosce confini. La tribù amazzonica di Yanomami, che vive nelle foreste pluviali e nelle montagne del nord del Brasile e del sud del Venezuela, ha registrato il primo caso di contagio. Un ragazzo di soli 15 anni è morto dopo essere stato infettato dal Covid-19. L’etnia Yanomami è da decenni una delle tribù dell’Amazzonia più a rischio di estinzione e adesso la paura è tanta: si teme un vero e proprio sterminio degli indigeni.
Ad oggi, si contano circa 38.000 Yanomami, la più grande tribù relativamente isolata del Sud America che occupa circa 200 villaggi. L’Istituto Socio-Ambientale (ISA) ha affermato che il virus si era diffuso tra gli Yanomami attraverso minatori che erano entrati illegalmente in territorio indigeno. “Oggi, senza dubbio, il vettore principale per la diffusione di Covid 19 all’interno del territorio indigeno di Yanomami sono gli oltre 20.000 minatori illegali che entrano ed escono dal territorio senza alcun controllo”, ha dichiarato ISA in una nota sul suo sito web. ” Gli Yanomami, come molti altri indigeni, sono molto vulnerabili e dovrebbero essere urgentemente protetti, a rischio di genocidio con la complicità dello Stato brasiliano.” ha affermato l’associazione degli indigeni del Brasile (APIB), che ha anche affermato che il ragazzo, in realtà, è stato il terzo indigeno a morire di Covid 19 in Brasile, dove al momento sono stati registrati oltre 18.176 casi.
Gli anziani della comunità sono ovviamente i più vulnerabili e le loro eventuali morti priverebbero le tribù dei capi, col rischio di disordini interni. Per affrontare l’epidemia e contenere gli eventuali contagi, i membri di alcune comunità si stanno dividendo e isolando in piccoli gruppi.