A scopo cautelativo è stato posto fuori servizio un pozzo di approvvigionamento idrico in zona stadio. Il 9 marzo, si legge in una nota di Acque Veronesi, a seguito dei campionamenti di routine, effettuati dalla ULSS di Verona, è emersa la presenza di una sostanza perfluoroalchilica (PFOS), presso la centrale di Porta Palio, in una concentrazione di poco superiore ai livelli indicati dal Ministero della Salute. Dall’analisi puntuale effettuata, è risultato infatti un superamento di 3 ng/litro (33 ng/litro rispetto i 30 ng/litro stabiliti dal Ministero della Salute). Si precisa che il superamento di una sola analisi ha di per sè scarso valore dal punto di vista della salubrità dell’acqua, tanto che la circolare emanata dall’Istituto Superiore della Sanità, organo competente in materia, e recepita dalla Regione Veneto, prevede di valutare il dato in maniera statistica (su più campioni e per un dato periodo). A scopo puramente cautelativo tuttavia, in accordo con ULSS, il pozzo e tutta la centrale di distribuzione sono stati immediatamente posti fuori servizio e la fornitura d’acqua per la zona Stadio è stata garantita dalle altre centrali presenti in città. E’ dal 2015 che Acque Veronesi, oggi guidata da Niko Cordioli, sta monitorando tutti gli impianti di captazione e distribuzione, per verificarne la conformità in relazione a queste sostanze e, dalle verifiche fin qui effettuate, tali parametri, in tutte le centrali gestite dall’azienda, rispettano i limiti previsti. Al fine di garantire la totale salubrità dell’acqua distribuita, tutte le altre centrali gestite sono state ulteriormente controllate, non rilevando presenze del composto perfluoroalchilico. Al fine di comprendere la provenienza delle sostanze e per mettere definitivamente in sicurezza l’impianto di captazione sono tutt’ora in corso verifiche da parte degli Enti preposti. Dai dati storici in possesso di Acque Veronesi, appare evidente che la falda che interessa l’approvvigionamento del sistema idrico di Verona non risulta essere compromessa.