Il presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello ha richiesto che i limiti veronesi vengano equiparati a quelli americani ed una sostituzione più frequente dei filtri a carbone attivo, Niko Cordioli, presidente di Acque Veronesi, ha convocato una riunione il prossimo 24 maggio per discutere in Consiglio di Amministrazione la proposta di Pastorello. Intanto Acque Veronesi, rende noti i valori presenti nella rete acquedottistica alimentata dalla centrale di Lonigo, interessata dal 2013 dalla presenza di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nella falda acquifera. Premesso che l’attuale normativa in materia di limiti di performances impiantistica viene applicata nella sola Regione Veneto, è rispettata e continuamente monitorata dagli enti sanitari preposti, Acque Veronesi, l’ente gestore che ha in carico la conduzione della centrale di Madonna di Lonigo, ha provveduto ad uno studio finalizzato alla comparazione con altri Stati esteri. Da tale ricerca, che ha preso in esame una decina di Paesi, emerge che l’’acqua erogata dalla centrale di Lonigo risulterebbe assolutamente conforme in paesi come Germania, Regno Unito, Olanda, Danimarca, Canada e Australia. Pertanto se venisse, come a gran voce da più parti richiesto, applicata la normativa di queste nazioni anche in Veneto, la potabilità relativa alla presenza di PFAS nelle reti in gestione ad Acque Veronesi, sarebbe esente da qualsiasi criticità. Per quanto concerne i limite svedesi, non è possibile comparare i valori dei PFAS in quanto tali sostanze vengono raggruppate all’interno di gruppi molecolari non presi in esame dalla norma italiana.