Pfas, non si ferma l’attività: indagini epidemiologiche La Direzione Prevenzione valuta gli effetti sulla salute

Mentre in Corte d’Assise continua il processo per l’inquinamento che vede sul banco degli imputati l’ex Miteni, la Direzione Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria della Regione evidenza e ribadisce che sono numerose le indagini epidemiologiche promosse dalla Regione, in uno sforzo importante e sinergico anche con le massime autorità in ambito sanitario del Paese, oltre che con i rappresentanti della comunità scientifica. In una nota si ricorda che sin dalle prive evidenze dell’inquinamento la Regione ha avviato una serie di azioni, – molte delle quali per rigore e tempestività mai intraprese in Italia con modalità paragonabili – per dare risposte all’emergenza; contestualmente sono stati richiesti dalla Regione numerosi approfondimenti scientifici di alto profilo, molti dei quali tutt’ora continuano. Parte di queste ricerche sono state svolte direttamente dalle strutture regionali competenti, altre invece sono state condotte da autorevoli istituti di ricerca, come l’Istituto Superiore di Sanità e l’Università degli Studi di Padova, grazie a finanziamenti regionali. Un panel di esperti di assoluto rilievo.
Si ricorda inoltre che il confronto con l’Istituto superiore di sanità è continuo: sono state avviate tutte le attività di valutazione epidemiologica e di valutazione di esposizione del rischio ritenute necessarie dalla comunità scientifica e dalle strutture della sanità nazionale. I risultati, man mano, sono stati divulgati e resi disponibili alla popolazione. L’impegno della Regione Veneto è proiettato anche al futuro: saranno portati avanti tutti gli ulteriori approfondimenti epidemiologici che si dovessero ritenere da attuare.