La Regione del Veneto ha adottato un provvedimento che consente ai cittadini residenti nei comuni dell’Area Arancione di poter effettuare il dosaggio dei PFAS nel sangue.
Ciò risponde alle esigenze che parte della popolazione residente in questi comuni ha più volte espresso ma anche ad una rivalutazione del rischio correlata all’uso dell’acqua da pozzo.
L’Area Arancione corrisponde a quella parte di territorio regionale, interessata dalla contaminazione da PFAS delle acque sotterranee, ma che ha ricevuto acqua non contaminata attraverso gli acquedotti.
Nei territori identificati come area arancione per il veronese ci sono le località di Locara e Lobia.
Si è ritenuto di prevedere per i cittadini residenti in questa area la possibilità di effettuare volontariamente la determinazione dei dosaggi ematici di PFAS presso il laboratorio autorizzato di ARPAV in regime di compartecipazione della spesa, entro 90 giorni dall’adozione della deliberazione, tempo necessario all’adeguamento dei flussi informativi e alla definizione delle misure organizzative.
Gli interessati potranno usufruire delle prestazioni in regime di compartecipazione alla spesa ad una tariffa calmierata di 90 euro.
Laddove gli esiti dei dosaggi effettuati volontariamente dai cittadini rilevino valori sierici di PFAS superiori ai limiti di riferimento gli interessati potranno effettuare gratuitamente gli esami ematochimici previsti dalle disposizioni contenute nella medesima deliberazione. Per coloro che dovessero presentare valori significativi di bioaccumulo di PFAS ed esami ematochimici con valori alterati, essi potranno eseguire gratuitamente attraverso il medico di medicina generale il programma di presa in carico sanitaria.
Si intende comunque precisare che la sanità regionale, ha sempre esaminato attentamente i dati prodotti dalle evidenze scientifiche, siano essi frutto di biomonitoraggi che di studi epidemiologici, contestualmente ai dati di natura ambientale e prodotti dagli Enti Gestori del Servizio Idrico Integrato e non ha ritenuto di poter ampliare il Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta a PFAS anche all’Area Arancione, proprio per la mancanza nell’Area Arancione dei requisiti che identificano l’Area Rossa, che è quella di massima esposizione sanitaria e quindi di applicazione del Piano di sorveglianza.
Infatti, l’acqua destinata al consumo umano, principale fattore di esposizione proviene da fonti diverse; nell’Area Rossa è stata distribuita acqua con PFAS, essendo attinta ai pozzi contaminati di Almisano, mentre nell’Area Arancione è stata distribuita acqua proveniente da pozzi non contaminati da PFAS.