“Ritengo sia molto grave che lo studio che l’Istituto Superiore della Sanità avrebbe dovuto condurre, in collaborazione con la Regione Veneto, per cercare le correlazioni tra i PFAS e le gravi patologie ad essi correlate, a cominciare dai tumori, sia stato annullato”. Così in una nota il deputato veneto del Movimento 5 Stelle in Commissione Attività produttive, Enrico Cappelletti.
“Lo si apprende dal processo per disastro ambientale, in corso davanti alla corte d’assise presso la corte d’assise di Vicenza e che interessa i comuni veronesi della zona rossa del Colognese, ai 15 manager succedutisi nella gestione della Miteni, l’azienda di Trissino (VI) accusata di aver sversato nell’ambiente tonnellate e tonnellate di PFAS. Evidentemente la ‘politica’ ha deciso di intromettersi per annullare uno studio epidemiologico importante. Per fare chiarezza sulla vicenda, ho presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della salute Orazio Schillaci, proprio per sapere di quale autorità politica sia la ‘manina’ che ha bloccato lo studio e perché si sia deciso di annullarlo, andando contro il principio di tutela della salute dei cittadini. Sui PFAS non possiamo e non vogliamo indietreggiare di un millimetro. La tutela della salute dei cittadini deve essere sempre una priorità delle Istituzioni. Dal Ministero ci aspettiamo chiarezza”.
Era stato in udienza il geologo Paolo Campaci, consulente a titolo gratuito del Comune di Trissino a ribadire che nonostante gli interventi di messa in sicurezza, l’inquinamento persisteva.
“L’auspicabile bonifica dell’area è una cosa totalmente diversa rispetto alla messa in sicurezza operativa che si limita al filtraggio delle acque e che comunque dovrebbe bloccare ogni forma di flusso – commenta a margine dell’udienza l’avvocato Marco Tonellotto che, insieme ai colleghi Angelo Merlin e Vittore d’Acquarone, assiste Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi, costituitesi parti civili -. Appare evidente che ad oggi la rimozione delle cause alla base della grave e persistente situazione di inquinamento dei suoli e della falda è ancora molto lontana. Nel contempo, gli interventi di blocco del flusso inquinante rappresenterebbero, invece, un risultato possibile, anche se non assicurato da chi ha dato luogo al disastro, così come sarebbe stato possibile per i responsabili possibile accollarsi le opere funzionali al ripristino del servizio idrico, con i relativi costi, invece, sopportati in parte non trascurabile dai gestori”, conclude Tonellotto.
Di diverso avviso la senatrice della Lega Erika Stefani. “Esprimo soddisfazione per lo sblocco dell’opera alla ex Miteni di Trissino (Vicenza). Un importante risultato per il nostro territorio, ottenuto grazie alla Lega. Abbiamo fatto un primo incontro, in Comune a Trissino, insieme alla senatrice Mara Bizzotto, il segretario regionale del partito, Alberto Stefani, i consiglieri regionali Marco Zacchinato e Nicola Finco, e l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin. Discusso il tema e concordato il percorso, ho promosso un incontro al Ministero dell’Ambiente, ottenuto in modo celere grazie a un intervento concreto del viceministro Vannia Gava, con il ministro Pichetto Fratin, il sindaco di Trissino, Davide Faccio, il presidente della Provincia, Andrea Nardin e l’assessore regionale Bottacin. Subito dopo, il viceministro Gava ha convocato diversi tavoli tecnici con i funzionari del Ministero e della Regione, i sindaci ed Eni. La stessa Gava, su mio invito, verrà a fare un sopralluogo al sito della ex Miteni in occasione dell’inizio dei lavori. Bene, quindi, l’avvio di questo intervento tanto atteso sul territorio e per cui, come Lega abbiamo portato avanti la battaglia sin dall’inizio”.