Venerdì 13 ottobre alle 21 al Teatro Laboratorio (Lungadige Galtarossa 22/A) è di scena “La colonna infame” di Alessandro Manzoni con Teatro Invito. Dopo il lavoro “Il racconto dei promessi sposi” (Premio Eti), la compagnia è tornata più volte sull’opera di Alessandro Manzoni di cui quest’anno ricorrono i 150 anni dalla morte. La “Storia della colonna infame” viene considerata l’appendice e in un certo senso il completamento dei “Promessi sposi”. Manzoni parla di tortura, inquisizione e peste per trattare dei temi a lui più cari: la giustizia, divina e umana, e il libero arbitrio, la scelta tra il bene e il male. Si tratta di un commento agli atti del processo ai presunti untori della peste nel 1630.
“Ciò che si racconta è tutto vero, e noi ci immedesimiamo kafkianamente nei poveri malcapitati che vengono presi nell’ingranaggio, capri espiatori da dare in pasto a un popolo terrorizzato e furente. L’incubo ha inizio”.
Nella messinscena, la vicenda viene raccontata in modo serrato, come in un “legal thriller”. Le atmosfere vengono suggerite da inserti musicati, un concerto teatrale per voci e chitarra elettrica. Rumori, canti che richiamano preghiere, gemiti, urla. Sullo sfondo l’attualità: la peste con le sue torture, ingiustizie, processi sommari. In scena Valerio Bongiorno e Luca Radaelli, Maurizio Aliffi alla chitarra.